Il Canzoniere


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Indice


Alla carica
Amore all'ultimo piano (Dormi)
A Padova
Amamus puellas
Avvelenata
(Il Barone) Fanfulla da Lodi
Bianco padre
Bimbe belle
Bionda
Bomba
Buon appetito
Cagnolino di pezza
(E non m'hai detto addio)
Il canto della mosca
Carica! (alla carica)
Il casino in famiglia (Zum zum zum)
Il cazzone di Sole
Celestina
Christo
Clerici Vagantes
I colori del giorno
Come un missile (Tum-za)
Creolo
Il mio culo ha fatto prack
Darling
Di canti di gioia
Dolores
Le donne senza le gonne
Dormi
Duro, Duro (Darling)
El duro metropolitano
E non m'hai detto addio
Excrement blues

Fanfulla da Lodi
Il frate di certosa
Frattaglia (Non è frattaglia)
Il Gatto e la Volpe
Gigolo
Gaudeamus
Godi!
Godi, godi
Goliardo
Hatu (1)
Hatu (2)
Inno del corpo sciolto
Inno del Vespertilio
(Vespertilio amoroso)
Inquinamento
John Down
Lei
Lussuria e vizio
Macchia Nera
Me la dai?
(Me lo prendo nel... blues)
Me lo prendo nel... blues
Metanolo blues
Minchia spropositata
La mona delle galline
Il Mostro di Scandicci
Non chiamatemi tossicomane
visto che sono
animatore dell'ACR
Non è frattaglia
Non lavarti
Non m'hai detto addio
(E non m'hai detto addio)
L'omino piccino
L'ossesso del sesso

Padova
Prologo
Quartine fisiologiche
Il ragazzo della via Crucis
I Rovigotti
Salve, Colombo!
Schifosata Goliardica
Scoreggiamus
Se non succhi non sale
Serenata bastarda
Siam rovigotti (I rovigotti)
Sono tronco
Son tutte vacche
Spesa (Ti batto ogni mattina)
Il tango della zanzara
Il testamento del goliarda
Ti batto ogni mattina
El torero
Torquemada
Tum-za
L'uccellino nel gabbiotto
(Me lo prendo nel... blues)
Umile, disillusa preghiera
Un'altra volta
Universalità
Università degli Studi
(Universalità)
Vai, vai (Tum-za)
La valigia del questore
20 settembre 1958
Vespertilio amoroso
V.M.
Voli come un missile (Tum-za)
Zum zum zum

Gaudeamus

Deve essere ripetuta tutta la coppia di versi iniziali. Nota che gli accordi sono solo indicativi: raramente ho sentito cantare il Gaudeamus con accompagnamento musicale, e in ogni caso la tonalità è decisa da chi lo intona, ogni protesta essendo assolutamente fuori luogo e rapidamente castigata.

Gaudeamus Igitur
Iuvenes dum sumus! [bis]
Post iucundam iuventutem,
Post molestam senectutem
Nos habebit humus. [bis]
DO FA
SOL DO
SOL DO SOL
DO SOL
FA SOL DO
Ubi sunt qui ante nos
in mundo fuere?
Vadite ad superos,
transite ad inferos
ubi iam fuere.
Vita nostra brevis est,
brevi finietur;
venit mors velociter,
rapit nos atrociter,
nemini parcetur.
Vivat academia,
vivant professores;
vivat membrum quodlibet,
vivant membra quælibet;
semper sint in flore!
Vivant omnes virgines
faciles, formosæ!
Vivant et mulieres
teneræ, amabiles,
bonæ, laboriosæ!
Vivat et res publica
et qui illam regit!
Vivat nostra civitas,
mæcenatum charitas
quæ nos hic protegit.
Pereat tristitia,
pereant osores;
pereat diabolus,
quivis antiburschius
atque irrisores!

Di canti di gioia

Di canti di gioia, di canti d'amore
risuoni la vita, mai spenta nel cuore:
non cada per essi la nostra virtù!
non cada per essi la nostra virtù!
DO FA SOL DO
FA SOL DO
LA- MI- DO SOL
DO FA SOL DO
Dai lacci sciogliemmo l'avvinto pensiero,
ch'or libero spazia nei campi del vero,
e sparsa la luce sui popoli fu.
Ribelli ai tiranni di sangue bagnammo
le zolle d'Italia; tra l'armi sposammo
in sacro connubio la patria e il saper.
La patria facemmo, co' petti e co' carmi
superba nell'arti, temuta nell'armi,
esempio alle genti di forza e saper

Amamus puellas

Amamus puellas sed paulum porquettas
quae nobis menant cannulam si nos palpamus tettas,
quae nobis menant cannulam si nos liccamus ficam
et nos venire faciunt in minus quam non dicam.
DO FA DO
FA DO SOL DO


Sumus omuncoli, pueri appellati,
semper sine more, semper scappellati;
Imus ad casinum accipimusque scolum,
piattulas, siphilidem et musculum in culum!
Sumus semper tauri, sumus numquam boves,
diligimus liccatas et sexagintanoves!
Commercio librorum: non sumus cogliones,
vendimus grammaticas, accipimus goldones.
Est principium vitæ, in vino et in amore,
dulcis et decore, in ficam semper sbore!!!

A Padova

Ogni città le sue donne ha
e qua e là qualcuna ci sta
ma non a Padova.
LA LA7 RE
LA MI
LA
Ogni beltà presto finirà
che in tarda età, chi mai te lo da?
perfino a Padova.
Come è triste goder senza compagnia
e non volerla dare via
senza alcun rimpianto;
farlo al primo appuntamento
forse un po' di gioia ti darà
ma non a Padova.
RE LA
MI LA MI

RE
MI
LA
Verginità non è santità
e in verità ti piacerà...
ma sei di Padova.
Goditela con tranquillità:
ti riempirà di felicità,
non c'entra Padova.
Com'è bello goder in tua compagnia
io ti ho fatto capir quanto bello sia
darsi in poco tempo;
sì, lo so, hai aspettato tanto,
ma se poi l'amore sboccerà
a culo Padova.

Avvelenata

Se io avessi previsto tutto questo,
dati, cause, pretesto di chi viene e chi va via
credete che per questi quattro stracci
e un gioco da coglionacci avrei fatto Goliardia?
"Va bene, ammetto di aver cazzeggiato,
e pagherò da bere ed andrò in braghe":
son solo scuse, motivazioni vaghe,
per quanto questo appaghi i membri del Tribunato.
DO SOL LA-
MI- FA SOL DO SOL
DO SOL LA-
MI- FA SOL DO
FA DO
RE- SOL7
DO SOL LA-
MI- FA SOL DO
Mio padre ci provava a ragionare,
a dirmi che studiare non è cosa bastarda;
mia madre non aveva poi sbagliato
a dir che un laureato conta più di un goliarda;
ventenne, ingenuo, ho perso la testa
credendo di trovarmi tra gli uguali:
e un cazzo in culo, e gran seghe mentali,
e dubbi esistenziali son quello che mi resta.
Voi principi, pluribollati austeri,
militanti severi, chiedo scusa a vossia;
però non credo che sia con la forma,
conoscendo la norma, che si fa Goliardia;
Goliarda innamorato, quasi pazzo,
io voglio divertirmi e divertire:
mi parli chi ha qualcosa da eccepire,
dica quel che ha da dire, ma non mi cachi il cazzo.
Voi grandi, voi infallibili e migliori,
voi veri signori, Goliardi d'alto rango:
"tu cacca, culo, tu matricolaccia,
tu schifo, tu merdaccia, va' e rotola nel fango".
A volte penso "chi me lo fa fare
di stare in mezzo a questi due minchioni",
e solo grazie a quattro amici buoni,
e non per voi coglioni, decido di restare.
Io niente, io tutto, io idiota, io cretino,
io mulo, io triestino, goliarda per errore,
io stronzo da gettare in fondo a un cesso,
io pirla, mona, fesso, io peggio che peggiore,
capace di dire solo cazzate,
amorfo, pieno di difetti e vizi:
ma non mi toccano i vostri supplizi
né gli acidi giudizi che son solo troiate.
Ma se avessi previsto anche il processo,
l'ira, i giochi da fesso, l'avrei sempre fatta mia:
adoro gioco, fumo, donne e vino
mi piace far casino, amo la Goliardia;
e se anche spesso mi incazzo e protesto
non potrò mai decidermi a mollare:
ho tanta voglia ancora di giocare
con chi lo vuole fare, e a culo tutto il resto.

Bianco Padre

Con la scusa di Cristo Redentore,
le donne vanno in cerca di un giocondo
che, già stanco di stare solo al mondo,
va in cerca di carezze e di calore;
e quando hanno trovato il loro biondo,
lo portano ai congressi a far l'amor.
Bianco Padre, che da Roma
non ti curi di 'ste beghe,
guarda un po' che brutte streghe
noi ci tocca sopportar:
son pelose, impiastricciate,
sono racchie, sono storte!
Molto meglio fia la morte
che portarsele all'altar.

Bimbe belle

Vedi quel lago dov'è caduto Gasparo?
L'acqua salata gli avea corroso il bischero;
povero Gasparo: non può più cavalcar.
donne, vendetela: che la tenete a fare?
Viene l'autunno e rischia di appassire,
viene l'inverno e rischia di gelare,
vie nprimavera e rischia di fiorire,
viene l'estate e puzza di baccalà!
(DO) SOL7 DO






Ragazze in camera, la bionda è libera,
facciam la doppia, facciam la tripla!
(SOL7)

Bimbe belle, facciamo l'amore
che è la cosa più bella del mondo:
chi non chiava nel tempo giocondo
quand'è vecchio lo prende nel cul!
DO

FA DO
RE SOL7
Fate largo, che passano i giovani,
i seguaci di Bacco e di Venere,
coi cappelli color d'ogni genere
e la fava rivolta all'insù!
Che ci frega se voi professori
siete vecchi, bavosi e tiranni?
I goliardi hanno sempre vent'anni,
anche quando ne hanno di più.

Bionda

Segni ricorrenti e casuali
danno luogo spesso a qui pro quo,
e relazioni semplici o banali
finiscono in fox trot.
Bionda scontrosa e ritoccata,
ti aggiusti quella smorfia ed anche il bluff,
mantre l'orchestra stanca di Bongusto
rimedia un po' di jazz.
Bionda, soldi gioielli e troppo gel!
Nessuno qui davvero fa per te,
ma quelle cosce atomiche stanotte son per me!
Di te, giuro, non me ne importa un acca:
son qui solo perché non pago io...
e intanto quel tuo sguardo, a poco a poco,
s'inganna con il mio...
Il rimedio il l'ho e te lo cedo:
tra poco ci si alza e si va via,
e senza scomodare il sentimento
ti voglio alla follia.
Bionda...
Il pianoforte attacca un noto "standard"
il clarinetto replica allo swing,
e quella bionda stupida ma fica
con gli occhi dice si!

Bomba

Giro girotondo
ogni giorno penso a te;
sei tutto il mio mondo
e lo tengo caldo per te
ma sei una troia:
DO SOL
DO SOL
DO SOL
RE SOL
RE
bomba come una fontana
sei una puttana
mi fai becco dieci volte alla settimana
sei una mezzasega
mangiami la tega
menami l'uccello e vai così forever.
SOL RE
MI-
DO RE SOL
RE
MI-
DO RE SOL
E mi guardo intorno
non ce l'hai mica solo te:
se ha del pelo attorno
beh, va sempre bene per me
e allora sai che è
bello, come l'allegria,
come un'armonia,
come fa i pompini quella vacca di tua zia
se entro dalla soglia
e sento la sua voglia
sento che con lei farei su e giù forever.
Oramai ho imparato:
voglio fare come te,
e cerco assatanato se
c'è qualche figa per me
e l'ho trovata
calda come un'assassina:
è la tua mammina
che si fa trombare sopra il tavolo in cucina
dolce come il latte
quando mi si sbatte
mi ha già detto che è aperta per me forever.
E ora che ogni giorno
me ne faccio cinque o sei
se anche mi tradisci
beh, non sono più fatti miei
e in confidenza:
tondo, l'ho sempre guardato
ci ho sempre pensato
e quando me l'ha offerto di buon grado l'ho accettato:
mettere l'uccello
in culo a tuo fratello
è un'esperienza che ripeterei forever.
Calda come un'assassina
è la tua mammina
che si fa trombare sopra il tavolo in cucina,
come l'allegria,
come un'armonia,
come fa i pompini quella vacca di tua zia
come una fontana sei una puttana,
ma ti faccio becca trenta volte a settimana;
sai, mi son calmato,
ti ho anche perdonato,
ma ti mando a prenderla nel cul forever.

Buon appetito

C'è una trattoria fuori città,
se vieni insieme a me ti mostro dove sta;
c'è tanto verde l'aria è fresca assai,
si mangia genuino: ti divertirai.
Una cosa non capisco, mi sembra molto strana:
cambiano cuoco ogni settimana...
Buon appetito, ma dimmi perché
il cuoco è sparito, chissà dov'è;
guarda c'è un dito nel mio caffè,
guarda c'è un occhio nel tuo bignè.
In mezzo alle orecchiette che hai voluto tu
ce n'è una più grossa, con un pendaglio blu;
l'insalata mille gusti ha un aspetto molto bello,
ma quei cosini rosa non ti sembrano cervello?
Il prosciutto ha impresso il marchio della qualità;
no, guarda meglio: è un tatuaggio dei parà.
Buon appetito, ma dimmi perché
il cuoco è sparito, chissà dov'è
la salsa piccante che sapore che ha:
si è coagulata, sangue sarà...
Buon appetito, dai vieni con me:
qui tutto è buono, buon appetito a te.

Il canto della mosca

Classico tra i classici della goliardia, si canta in genere alle nomine; al posto dei tre puntini va gridato con quanto fiato si ha in corpo il nome del nominato o della vittima designata. Tradizione vuole che, al termine della canzone, la stessa vittima gridi "ahi, che mal!" per dare l'opportunità ai cantori di concludere: "te sta ben, culaton!" o "te sta ben, putanon!" (a seconda del sesso).

È il canto della mosca
quello che tu non sai,
e se imparar lo vuoi
noi te lo insegneremo:
DO
SOL
DO
RE SOL
queste son le nostre grazie,
questi sono i nostri doni,
...
Vai fuori dai coglioni,
tanto in culo,
tanto in culo ce l'hai già!
DO
SOL

DO FA
DO
SOL DO

Alla carica

Viene cantata talvolta al posto della "morte del Bischero" come introduzione al "Bimbe Belle". Gli accordi sono DO e SOL, alternati con una semplicità tale che scriverli di fianco al testo sarebbe stato offensivo nei confronti del musico.

Non ci saran più vergini, nemmeno verginelle:
sotto le nostre possenti cappelle
scomparirà la verginità.
La figa leccherem fino alla morte,
le chiaveremo tutte, dritte e storte,
fincé un solo cazzo resti al mondo,
nel nome di Gesù, nostro redentor!

Il cazzone di Sole

Bacchettate sulle dita in premio a chi non conosce il giro della Canzone del Sole di Battisti! In ogni caso, gli accordi sono LA - MI - RE - MI a ciclo continuo. E a chi non passa più, affari suoi.

Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi,
le tue mammelle rosse.
La bramosia sulle mani tue,
due mele ancor più rosse.
E la vagina buia dove lui
vi penetrava piano;
e quei tuoi guizzi e l'eco dei tuoi: "Oh!", oh, oh,
mi stai facendo godere.
Dove sei stata, cosa hai fatto mai,
una troia, troia, dimmi:
cosa vuol dir: "Sono una troia ormai".
Ma quante fave ti han trombato tu lo sai
per diventar quel che sei;
che importa, tanto tu non me lo dirai.
Ma ti ricordi il prato verde e poi,
quel coso lungo e tondo?
Di che colore sono i peli tuoi?
Se me lo chiedi non rispondo.
Oh pelo nero, oh pelo nero, oh pelo nero,
tu eri caldo e bello folto su di me.
Oh pelo nero, oh pelo nero, oh pelo nero,
tu eri caldo e bello folto su di me.
Le mutandine abbandonate sopra il prato e poi,
io che ti chiavo all'ombra.
Un cazzo in bocca può servire, sai,
più allegro tutto sembra.
E d'improvviso una formica tra noi,
e quel tuo scatto strano,
mi strappi i peli belli e neri e poi,
oh sì, muovi, ti prego, la mano.
Dove sei stata, cosa hai fatto mai,
una troia, troia, dimmi:
cosa vuol dir: "Sono una troia ormai".
Io non conosco altri sistemi per godere, lo sai,
che cazzo vuoi, che cazzo fai,
mi fai venire oramai, ohiohi.
Ma ti ricordi s'era nudi e poi,
gli spruzzi e le tue risa.
Tu ci hai la spia per il marchese, dai,
dimmi se è spenta o è accesa.
Oh pelo nero, oh pelo nero, oh pelo nero,
tu eri caldo e bello folto su di me.
Oh pelo nero, oh pelo nero, oh pelo nero,
tu eri caldo e bello folto su di me.
No! Il cazzo quando sorge su pian, piano e poi,
qualcosa si diffonde tutto intorno a noi,
e cade, scivolando piano, piano,
non sugli alberi o i cespugli ancora in fiore,
ma negli occhi di una donna, ancora pieni d'amore.

Celestina

Chi gettò Celestina nel rio? Chi la gettò?
È stato un servo di Dio che la gettò:
ci fece cadere la goccia che la impregnò
e, per non restare trombato, Celestina nel rio lui gettò.
Usa il guanto se vuoi chiavar,
con la goccia non ci scherzar:
anche il seme sacerdotal può impregnar.

Christo

Nel cielo della notte una stellina lampeggiò
nella caverna una troia onta lo cagò
e saltò fuori un brutto ceffo sporco di pipì
patetico ridicolo guardate eccolo lì
Christo
ma quant'è suino il dolce Christo
rosa e piccolino è buffo Christo
prega suo padre lo implora:
"Perché mi hai fatto senza palle?"
Christo
è triste è solo è crocifisso Christo
al legionario chiede aiuto Christo:
"È sempre aperta la mamma mia per te"
È bello avere un porco per amico
puoi farti la sua mamma e il suo papà
io ti sono contro sai che ti dico
che se ti prendo a pezzi ti farò
Christo
ma quant'è suino il dolce Christo
rosa e piccolino è buffo Christo
attento Christo ti inchioda quello lì
È un maiale cosmico che ringhia
con mosto e pipistrelli pace a Christo non darò
e setola per setola così lo scannerò
E visto che mi piace mortadella ne farò
Christo
ma quant'è suino il dolce Christo
rosa e piccolino è buffo Christo
prega suo padre lo implora:
"Perché mi hai fatto senza palle?"
Christo
è triste è solo è crocifisso Christo
al legionario chiede aiuto Christo:
"È sempre aperta la mamma mia per te"
È bello avere un porco per amico
puoi farti la sua mamma e il suo papà
io ti sono contro sai che ti dico
che se ti prendo a pezzi ti farò
Christo
ma quant'e' suino il dolce Christo
rosa e piccolino e' buffo Christo
prega suo padre lo implora:
"Perché mi voglion far la pelle?"
Christo
è triste è solo è crocifisso Christo
al legionario chiede aiuto Christo:
"È sempre aperta la mamma mia per te"

Clerici Vagantes

Clerici Vagantes ci chiamavano una volta,
quando bussavamo e cantavamo ad ogni porta;
e donne e donzellette ci offrivano l'amore:
era dolce e stimolante come un sorso di liquore.
SOL LA-
RE SOL
SOL LA-
RE SOL
Gira, gira, gira la ruota della vita,
godi quest'istante, doman non v'è certezza;
passan le stagioni della giovinezza,
passan le stagioni della gioventù.
SOL LA-
RE SOL
MI- LA-
RE SOL
Con lo sguardo torbido e il pampino stillante
ci precedeva Bacco, gridando: "avante, avante!";
sui nostri nostri visi lieti splendeva sempre il sole
e si specchiava Venere, regina dell'amore.
Gira...
Nelle taverne oscure, con passione, ai dadi e ai canti
passavam del tempo e la stagione;
ora fra i grattacieli ed i caffè fumosi
si aggirano, impegnati, politici furiosi.
Gira...
Donne e donzellette intreccino ghirlande,
tra i frutti della vigna si balli in sarabande;
ritorni sopra ai visi il ghigno dei goliardi,
il vino scorra a fiumi, ma sian lucidi gli sguardi.
SOL DO
SOL RE
SOL DO
SOL RE
Gira, gira, gira la ruota della vita,
godi quest'istante, doman non v'è certezza;
passan le stagioni della giovinezza,
passan le stagioni della gioventù.
SOL DO
SOL RE
SOL DO
SOL RE

I colori del giorno

I colori del giorno sono idrogeno e carbone,
gli occhi quasi chiusi sopra l'acqua del mare;
facciamo collezione di conchiglie e di sale,
perché il tempo passa più piano senza pensare.
MI- LA- SI7 MI-
MI- DO7 SI7 MI-
SOL DO SI7 MI-
LA- MI- SI7
Luca ha sempre avuto il brutto vizio di giudicare:
da bambino mi diceva "questo non lo devi fare".
Ora parla più piano e cerca un amico più vero,
magari mezzo giallo e mezzo nero.
Ma noi non resteremo immobili,
perché noi non siamo mica isole;
forse è vero: siamo gli ultimi,
fuori e dentro nelle favole.
SOL DO
LA- RE SI7
SOL SI- LA- MI-
LA- SI7 MI-
Alle tre del mattino ho visto Icaro volare
sopra bianche rive, in mezzo a nuvole scure:
perforava il silenzio in cerca di un altro sole,
perché Icaro è leggero quanto vuole.
Ma in queste notti fatte a fiori comuni
non è il momento di mettersi le ali;
in queste notti fatte di nuvole e gente
è tardi, ho sonno e poi non è importante...
Ma noi non resteremo immobili,
perché noi non siamo mica isole;
forse è vero: siamo gli ultimi,
fuori e dentro nelle favole.
Chiamaci pure uomini:
nelle mani abbiamo un sogno gelido...
Forse è vero: siamo gli ultimi
che ogni giorno continuamo a viverlo...
che ogni giorno continuamo a viverlo...
che ogni giorno continuamo a viverlo.

Creolo
(la ballata dei bimbi di Viareggio)

Le parti in corsivo vengono eseguite da una seconda voce o dal coro. Per gli accordi si legga la nota a "alla Carica".

Che bei cul carnosi hanno i bimbi di Viareggio:
hanno l'ano morbido come il chewing-gum.
sì, sì, come il chewing-gum,
proprio come il chewing-gum.
Culi voluttuosi come eunuchi musulmani:
se all'amor ti invitano, non puoi dir di no!
non puoi proprio dir di no,
non puoi proprio dir di no!
Creolo, palpami il malleolo,
succhiami l'alveolo fino al pancreas!
prendilo, tra le chiappe stringilo,
nel budello avvolgilo fino al duoden!
Vieni su in pineta: ti darò una caramella;
qui fa un caldo torrido: tira giù gli slip.
sì, sì, tira giù gli slip,
tira proprio giù gli slip.

Che pisello tenero, sembra proprio una primizia;
guarda il mio coriaceo, viola di passion...
sì, sì, viola di passion,
proprio viola di passion.

Creolo...

Il mio culo ha fatto prack

Il mio culo ha fatto prack, ed è un'enorme flatulenza:
mi succede coi fagioli ad incredibile potenza;
ha subito un grosso shock la mia nuova fidanzata,
è svenuto il cameriere nel servire l'insalata.
LA- SOL MI- LA-
ecc.
È un gas nervino, ti fa diventar cretino;
ha un odore di topo morto che ti lascia col fiato corto,
lui si attacca contro il muro, lui ti scardina la porta;
e il dottore viene a dirmi "digestione un po'contorta"...
Non petate, no, per favore no:
un odore così, no, non lo reggo, no!
DO SOL MI- LA-
DO SOL MI- LA-
Le mutande han fatto crack e questa volta son fregato:
a giudicare dall'odore, son sicuro che ho cagato.
Son figure barbine, che ti fanno sputtanare:
quattrocento e più invitati che si senton soffocare;
mentre svuoto la mia panza sta arrivando l'ambulanza;
già mi assale lo sconforto: sto vedendo qualche morto.
È un gas nervino, può uccidere un bagnino;
stan fuggendo i commensali, con conati micidiali
e non petate, no, per favore no:
un odore così, no, non lo reggo, no!
Il mio culo ha fatto prack, ed è di nuovo emergenza,
da quando il meteorismo è diventato prepotenza,
e non petate, no, per favore no:
un odore così, no, non lo reggo, no!
oh, oh, non lo reggo, no!

Dolores

T'ho messo l'uccello nel culo: hai sentito un dolores,
ma lo scuelo ho beccato l'istesso, con mucho dolores.
Tu potessi crepare all'istante, schifosa megera!
Io vado a dormire da solo, oramai, questa sera.
Ti conobbi seduta su un cesso,
però mi piacesti l'istesso:
il cuore batteva, l'uccello fremeva...
Passarono i giorni veloci, i sessi si uniron feroci,
ma un triste mattino ho sentito un dolores...
Sentivo prurito al'uccello, giungeva quel male novello:
sembrava vaiuelo, ma era lo scuelo...
Mia cara, io quero te dica: bacati ci hai il culo e la fica;
bisogna te pierda: sei proprio una mierda!

Darling

E adesso che meglio ti ho conosciuta
mi vergogno un pochino di me:
l'altra sera nel tuo appartamento
ho sbagliato il comportamento...
DO MI-
LA RE- SOL
SOL7 DO
MI- RE- SOL
ma spero tu possa capir certe cose:
una donna come te,
che studia psicologia,
si interessa di sociologia;
perciò io ti dirò parole buone,
quattro parole in tranquillità:
DO MI-
LA RE- SOL
SOL7 DO
MI- RE- SOL
SOL7 DO MI- FA
SOL(7)
Comunione e liberazione, è partita la processione,
il problema della fame, la Santissima Trinità:
dai, parliamo di cose importanti,
di argomenti davvero scottanti;
son d'accordo con te: per poter stare insieme
c'è bisogno di un nesso comune,
di interessi perlomeno adiacenti
alla luce degli avvenimenti,
perciò io ti dirò parole buone,
quattro parole in tranquillità:
Se me lo fai, se me lo fai diventar duro
io studierò, io studierò Martin Lutero;
imparo a memoria il Corano
se me lo prendi un po' in mano;
se me la dai, se me la dai seduta stante
imparo a memoria la vita di Dante
e sulla Divina Commedia
scopiamoci qui sulla sedia
e poi ti chiaverò sul lavandino,
semplicemente cantando "only you"...

Le donne senza le gonne

Siamo le donne senza le gonne,
facciamo l'uomo disperar:
l'uomo egoista, porco e schiavista
vuole per forza comandar.
È lui che ci ha i calzoni,
è lui che ci ha i coglioni;
chi se ne frega, facciam la lega
e il maschio sconfiggiam!
Poi, quando lui vuol far l'amore,
lo respingiamo con ardore:
noi di Minerva le seguaci siam,
per la famiglia più non ci battiam;
per conquistar l'egemonia
non siam disposte a darla via,
e da Galeno più non andiam
a farci visitar!
Col grembiulino, col mestolino noi lo faremo cucinar,
lavare i piatti, rifare i letti, ed il salotto spolverar;
ed alla sera in casa, per fare quella cosa,
con gran piacere questo sedere gli farem sospirar!
Noi non vogliamo la pannocchia, noi siamo dell'altra parrocchia:
siam femministe per l'eternità, l'uomo è soltanto una futilità;
al posto dell'uomo del cuore, ora ci abbiamo il vibratore:
ed un bottone basta pigiar per farci sollazzar!
Siam femministe, dure, razziste, a noi ci piace contestar!
L'uomo di paglia, sporca canaglia, noi lo vogliamo strapazzar;
e se lui farà il duro, un chicco di cianuro:
e lo ammazziamo, poi lo spogliamo, e a pezzi lo facciam!
Noi non vogliamo...

Dormi
(amore all'ultimo piano)

Dormi, s'è fatto tardi;
sono ore che mi guardi in silenzio
e che non parli...
DO FA DO FA
DO FA
SOL7
Tranquillizza le tue gambe nervose:
sono come ragazze offese, carine e troppo vanitose...
Sciogli i capelli, lasciati andare,
hai gli occhi stanchi dell'amore;
spegni la luce, vieni subito qui,
io ti voglio bene...
LA- MI
FA DO
FA DO
SOL7
In questa stanza all'ultimo piano,
in questa stanza appiccicata al cielo,
una donna m'ha detto "amore, ora non sei più solo"...
Ti avevan detto che sono bugiardo,
ma tu non credere a quelle parole:
sono solo un uomo normale che ha bisogno d'amore.
Ti avevan detto che son pericoloso,
ma sono solo un pochino nervoso;
l'amore mi rende tranquillo: l'hai capito o no?
Allora dormi, e non preoccuparti:
difficilmente il sole domani potrà disturbarti...
Dormi, e respira piano;
tanto tra poco respirerai sempre di meno...
Le mie mani sul tuo collo
e tutto quanto qui diventa più bello:
vedo le pareti girare, oh sì, ti vedo morire!
Come sei bella quando gridi "aiuto",
l'ultimo respiro, l'ultimo saluto...
Il fondo-tinta non ti serve più: sei diventata blu...
Come sei bella con la lingua fuori,
con quegli occhi così grandi e profondi...
Ti chiedo "cosa c'è che non va?", ma tu non mi rispondi...
Non ti diverti, ti vedo un po' tesa;
forse dovevo inventare qualcosa:
probabilmente con i piedi all'insù ti divertivi di più...
Dormi. È finito tutto.
Con lo sguardo assente insegui le ombre sul soffitto.
Fuori - senti? - urlano le sirene:
probabilmente stanotte qualcuno si è sentito un po' male...

El duro metropolitano

Gli accordi sono quelli classici dei Blues in MI (vedi per esempio l'immmortale Excrement Blues)
A go catà sento carte par tera,
le go catà sora el marciapiè:
me so comprà un giubotto da guera
e un par de anfibi del '43.
A mi so el duro metropolitano,
mi so el duro metropolita-a-a
e mi so il duro metropolitano
che quando rivo, quando rivo, quando rivo...
...se scansa anche el sacrestan.
A mi so el capo de 'na compagnia:
i ne ciama le anime nère;
tutte le sere sora el cavalcavia
a butare basso le piere,
e serco de ciapare, serco de ciapare,
serco de ciapare i tram...
St'altra sera gero massa tranquilo,
a gero duro come na rocia:
so' 'nda fora co n'amigo mio
e ghemo menà forte un bocia.
I me mola, i me mola, i me mola, drio i can...
Cole femene so massa crudele:
mi le trato pezo de un cane,
mi no riesso miga a stare fedele
e ze per questo che vado a puttane.
E me saluda, me saluda, me saluda, me saluda le african...
Al sabo sera vago in disco balera:
in mezo a tutte chele fighe de legno
resto solo con la canottiera,
e de sudore tutte le impregno.
I me saluda, i me saluda,
i me saluda, i me saluda da lontan...
E la domenica mi vago allo stadio,
mi ghe vago col me drapelo,
mi me porto sempre la radio
e la tegno vissin al corteo.
E se sfregia, e se sfregia,
e se sfregia, e se sfregia l'ascolan...!

E non m'hai detto addio

Avevo un cagnolino di pezza,
avevo una clavicola rotta;
speriamo che nessuno mi fotta
quel biondino che vedo laggiù!
LA-
MI

LA-
Ma perché, amore mio, sei andata via
e non mi hai detto addio? [bis]
LA- RE-
MI LA-
La notte camminavo di destro,
le unghie mi piacevano sporche;
ho amato le donne più porche,
per il resto non avevo tabù!
Prendevo due messe ogni giorno,
una in chiesa e quell'altra non so;
quando vengo normalmente ritorno
e mi lavo una sì e una no.
Prendo il tram dalla porta davanti,
bacio solo piegato a novanta,
se mi pagano è solo in contanti:
trentamila bicchieri di rum!
Spesse volte la carne mi vince,
mi do via, quando capita, a tutti;
quando mangio spavento dai rutti,
per il resto sono un tipo un po' snob.
Porto solo corpetti di seta,
bacio solo con la caramella;
se mi gratto cade una stella,
faccio pipì e ritorna lassù.
Mangio abbacchio con funghi sott'olio,
bevo vino di Valpolicella,
che m'importa se tua sorella
fun condita con salsa al ragù.
(lento) Vi ho parlato di queste mie doti,
e dato i dati del mio connotato,
che vi prenda una fitta al costato
se provate a chiamarmi... Gesù.

Excrement Blues

Il giro di accordi è il più classico dei giri Blues in MI: MI e LA alternati (giocando con le settime e le quarte), quindi in sequenza SI7 - LA7 - MI.

Ma che cos'è quella cosa marrone
che lentamente dal culo si stacca,
eventualmente alla coscia si attacca...
È la cacca! È la cacca!
E la cacca va giù, sempre più giù:
Excrement Blues.
Ma che cos'è quello strano animalo
che se lo tocchi diventa un palo,
eventualmente alla coscia si avvinghia... È la minchia!
E la minchia va su, ma poi torna giù: 'sto cazz'n'blues.
Ma che cos'è quella cosa pelosa
che titillata diventa brodosa,
eventualmente ti accoglie sorniona... È la mona!
E la mona va qua, là: ma chi ce la dà? Pacchio blues!

Fanfulla da Lodi

Evviva gli ombrelli Pirelli
che paran gli uccelli, che paran gli uccelli,
Evviva gli ombrelli Pirelli
che paran gli uccelli, dall'umidità.
DO SOL
DO
SOL
SOL7 DO
Il barone Fanfulla da Lodi,
condottiero di gran rinomanza,
fu condotto un bel giorno in istanza
da una donna dai facili amor.
DO
SOL

DO
Era vergine il prode Fanfulla,
ma alla vista di tanta maliarda
tirò fuori la casta alabarda
e con zelo si mise a giostrar.
Gran condottier, gran cavalier,
cessa di far la guerra, la guerra, la guerra;
gran condottier, gran cavalier,
cessa di far la guerra e vieni a goder!
FA DO
SOL DO
FA DO
SOL DO
E cavalca, cavalca, cavalca,
alla fine Fanfulla s'accascia;
lo risveglia la turpe bagascia:
"100 scudi mi devi donar!"
"Vaffancul, vaffancul, vaffanculo!"
le risponde Fanfulla incazzato:
"20 scudi io gia t'ho donato,
gli altri 80 li prendi nel cul!"
Evviva l'amor, evviva l'amor:
quando si fa la cacca, la cacca, la cacca,
Evviva l'amor, evviva l'amor:
quando si fa la cacca si sente l'odor.
Passa un giorno, due giorni, tre giorni,
a Fanfulla fa male l'uccello:
"Cos'è mai questo male novello
che natura mi vuole donar?"
Fu chiamato un dottore di grido
che gli disse: "mio caro Fanfulla,
qui bisogna amputare una palla
se di scolo non vuoi tu morir!"
Di Fanfulla l'orrido membro
fu deposto in una gelida bara;
cento vergin facevano a gara,
intonando codesta canzon:
"Facesti il fol, facesti il fol:
chiavasti senza guanto, senza guanto, senza guanto;
facesti il fol, facesti il fol:
chiavasti senza guanto e beccasti lo scol."
La morale di questa vicenda
assomiglia alla legge del Menga:
"chi l'ha preso nel cul se lo tenga,
se lo tenga fin dove gli sta!"
Di rimando alla legge del Menga,
contrapposta è la legge del Volga:
"chi l'ha preso nel cul se lo tolga,
e lo metta nel cul del vicin."
Ma in materia di scoli e banani
non c'è proprio mai nulla che tenga;
vige solo la legge del Menga
che a un dipresso si enuncia così:
"Chi l'ha nel cul, chi l'ha nel cul,
nel culo se lo tenga, se lo tenga, se lo tenga;
chi l'ha nel cul, chi l'ha nel cul,
nel culo se lo tenga, e lo tenga ben dur."

Il frate di certosa

C'era un frate di certosa
con la fava lacrimosa
...che voleva fottere...
(antichi desideri del tempo)
DO FA DO
FA SOL DO FA
SOL DO

Suor Alice, madre amata,
fammi fare una chiavata:
...ti darò un paulo...
(antica moneta del tempo)
Per un paulo, fra cazzaccio,
queste cose non le faccio:
...ti farò una sega...
(antico affarismo del tempo)
Suor Alice, madre onesta,
glielo prende per la testa
...finché il frate parte...
(antica arte fina del tempo)
Suor Alice, madre amena,
tutta la notte lo dimena
...finché il frate sbora...
(antica venuta del tempo)
Frate Ilario, cuor contento,
se ne torna al suo convento
...con la fava moscia...
(antico spompaggio del tempo)
La morale della storia:
anche i prati fan baldoria,
...sì, ma... religiosamente...
(antica pia gente del tempo)

Il Gatto e la Volpe

DO LA- DO LA-
Quanta fretta, ma dove corri, dove vai?
Vieni al bosco degli Scopeti e capirai:
lui è Vanni ed io Pacciani, siamo in società;
di noi ti puoi fidar...
DO LA- RE- SOL7
DO LA- RE- SOL7
DO MI7 LA- LA7
RE- SOL7 DO
Noi tagliamo coppiette e non sbagliamo mai,
noi saprem conservare le tue intimità;
dacci solo 5 minuti e vedrai che così apparirai al TG.


DO7
Hai preso fischi per fiaschi: non vedi che son tedeschi?
Non mi si drizza neanche un po'!
Non è certo un bel guardare; su, vieni, si va a cercare
due italiani che fanno un po' di sano su e giù.
FA SOL DO MI7
RE- SOL7 DO DO7
FA SOL MI- LA7
RE- SOL7
Non sprecare altro tempo e parcheggia qua:
è un boschetto appartato, una rarità;
tu ci cedi qualche frammento e noi faremo di te... un ottimo patè.
Apriremo un agriturismo-pizzeria:
il timballo di uccelli è una goloseria;
una tetta sulla griglia e figa col baccalà: merenda si farà.
Non vedi che è un malaffare, non perdere l'occasione
e non potrai pentirti mai:
non capita tutti i giorni di imbattersi in due fetenti,
due guardoni che fanno pezzetti di te.
Quanta fretta, ma dove corri, dove vai?
ma che sfiga hai avuto ad incontrare noi...
Lui è Vanni ed io Pacciani, siamo in società:
ci piace trucidar...

Gigolo

Le parti in corsivo vengono eseguite dal coro o da un discepolo entusiasta.
Sono un gigolo e vive al casinò
per moltiplicar le fiches.
Sono un gran viveur, vive nel piacer,
passo notti nelle bische.
La disperazion sono di papà,
ma la vita è una partita
da giocare a "chemin" oppure a "tressett"
finché gira la roulette.
Ma sono solo un uomo...
la tua bontà per sempre stupirà!
Ma sono un vero uomo...
potrai aiutar noi poveri mortal!
Sono molto chic, adori le boutique, sono un tipo troppo forte;
tra la gente che vive intorno a te amo farmi far la corte;
vesto da gagà coi soldi di papà, solo il meglio voglio avere:
ed invito gli amici giù a cena da me:
e ci facciamo anche un bicchiere!
Ma sono...
Bevo Möet e Chandon a pranzo e a colazion
mentre spolpo un'aragosta;
Nizza e St. Tropez dicono di te "è il più fico della costa".
Per amici ho solo due ladron e anche Giuda, quel gran baro
che giocò la mia vita per trenta danar
ma più tardi l'ha riavuta!
Ma sono...

Godi!

Da una parte la forma, e dall'altra qualcosa di dietro,
e un po' ovunque in che modo la gioca ognuno di noi:
se qualcuno lo fa proprio apposta,
qualcun altro non ci pensa mai;
però gli autobus sono in ritardo anche senza di noi,
e la gente continua a incontrarsi anche senza di noi.
DO FA SOL
DO FA SOL MI
LA- MI-
DO7 FA
DO FA SOL
DO LA- FA SOL DO
E qualcuno la fa troppo seria e si incazza davvero;
qualcun altro la prende più calma, e fa: "che sarà mai?".
Se ci sia un senso, o chi ha ragione,
è un giudizio e puoi darlo, se vuoi;
ma le tasse son sempre più alte anche senza di noi,
e la gente continua a mangiare anche senza di noi.
Ma la vita è una strana scommessa,
e far del bene è un delitto, perché
più ti sbatti per gli altri
più gli altri si sbatton per sé;
la giustizia è questione di prezzo,
la saggezza è questione di età,
e il denaro ha ammazzato da tempo valore e onestà.
LA- MI-
DO7 FA
DO LA-
FA RE SOL MI
LA- MI-
DO7 FA
DO LA- FA SOL DO
Da una parte chi meno gli chiedi più duro lavora,
e dall'altra chi guarda, e se può ci guadagna un po' su...
vorrei solo insegnare a mio figlio
che se un giorno un bisogno l'avrà,
quasi senza parlare qualcuno gli risponderà.
Da una parte la vita, e dall'altra chissà che c'è dietro;
nel frattempo gli amici, l'amore, la felicità...
per godere c'è sempre un motivo;
a ammazzarmi non sarete voi:
perché il sole sa scioglere il ghiaccio anche senza di voi,
e la gente continua ad amarsi anche senza di voi.

Godi, godi

Questo canto è inno non già di uno, ma addirittura di due ordini patavini: i Crociati, che lo cantano nella versione qui riportata, e i Predoni, che cantano "in cerca di voluttà" invece di "verso la voluttà".

Godi, godi, vecchia troia,
Godi, godi, vecchia troia;
Godi, godi, vecchia troia:
si riaprono i casin!
SOL
DO SOL
SOL DO
RE RE7 SOL
Appena letta la gaudiosa novità
sopra il "Corriere della Sega",
il buon goliarda, con la fava ritta, va
verso la voluttà.
Godi, godi...

Goliardo

Questo canto è stato utilizzato come inno della Giarda con la variante "la giarda, il cappello che io porto...".
DO FA DO FA DO SOL7 DO
Goliardo, io vado in ogni dove,
cercando strade nuove per la mia libertà;
cantando, si libera il pensiero
da questo cimitero che è l'umanità.
DO FA DO
FA DO RE SOL7
DO FA DO
FA DO SOL7 DO
SOL DO FA DO SOL7 DO
Io cerco, girando, la mia vita
perché non sia smarrita questa mia gioventù;
il colore del cappello che io porto
sarà sempre conforto in ogni avversità.
E quella gente che guarda e ride,
nell'ignoranza beata si uccide
senza capire il valore
di quel che ho da dire...
Ma che ne sai, o volgo bastardo,
quel che significa esser goliardo,
se tu ragioni soltanto
contando i soldoni?
LA- RE- MI
LA- RE- MI
RE- SOL DO
RE- LA- MI
LA- RE- MI
LA- RE- MI
RE- SOL DO
RE- LA- MI7 LA-
Avvolto così nel mio mantello
acetto tutto quello che questa vita dà:
vivendo ho osservato che nel mondo
l'intelligenza, in fondo, è una rarità.
Per questo, vedendo tanta gente
parlare e non dir niente, io la sputtanerò;
e il mio canto pungente e un po' volgare
forse farà fugare un po' di vanità.

Hatu

Hatu... Hatu... Hatu...
Hatu... Hatu... Hatu...
DO FA DO
SOL FA DO
Olla, s'attacca alla cappella,
e non si stacca più!
Olla, s'incolla ad una palla,
e non ti molla più!
DO
SOL

DO
Solo Hatu il tuo chiavare
solo Hatu ti fa gustare
e ti andrà liscio come l'olio,
chiavar come un coniglio
problema non sarà:
sia lode dunque al Settebello,
l'amico dell'uccello
del fine intenditor.
DO7
FA
SOL7 DO
SOL
DO
FA DO
SOL
DO
Hatu...

Hatu

Accoccolati ad ascoltare il mare,
quanto tempo siamo stati senza chiavare...
Riuscivo solo ad infilarti un dito
quando tu dicesti piano: non hai capito
che Hatu, tu sei protetto Hatu, mi puoi venire dentro tu;
ed io, che lo capivo io, mandavo in farmacia mio zio
e restavo ad aspettare con l'uccello in mano,
mentre tu mi dicevi mettilo nell'ano, ed ancora più su
ed ancora più su,
E nascoste nell'ombra di un moscone le mie palle
la tua fregna che prudeva un po' impaziente
io continuavo a sfondarti il culo
e pensavo veramente d'essere un mulo
e Hatu, non arrivava Hatu, e ti agitavi sempre più;
ed io, che non venivo, io pensavo al mona di mio zio.
Ti chiedevo voglioso succhiami il banano
rispondevi scontrosa no lo voglio in ano, ed ancora più su,
ed ancora più su... senti che rumore
e adesso che è arrivato Hatu
muoviti mettitelo su mi son bagnata le mutande io
e mentre mi parlavi tu, io armeggiavo con Hatu
che non entrava nell'uccello mio...

Inno del corpo sciolto

E questo è l'inno del corpo sciolto,
lo può cantare solo chi caga di molto;
se vi stupite, la reazione è strana,
perché cagare è soprattutto cosa umana.
DO
SOL

DO
Noi ci svegliamo, e dalla mattina
il corpo sogna sulla latrina,
le merde posano in mezzo all'orto:
è questo l'inno del corpo sciolto.
Ci han detto "vili, brutti schifosi",
ma sono solo degli stitici gelosi:
il corpo è lieto, lo sguardo puro,
noi siamo quelli che han cagato di sicuro.
Pulirsi il culo dà gioie infinite,
con foglie di zucca, di bietola o di vite;
quindi cagate, perché è dimostrato:
ci si pulisce il culo dopo aver cagato.
Evviva i cessi, sian benedetti!
Evviva i bagni, le toilette, i gabinetti;
evviva i campi da coltivare,
viva la merda e chi ha voglia di cagare.
Se parlo con un demente, un fetente o un ignorante,
mi levo la giacca e la cacca gli fo.
Il bello nostro è che ci si incazza parecchio,
ci si calma solo dopo averne fatta un secchio:
la vogliam reggere per una stagione,
e con la merda poi far la rivoluzione.
Pieni di merda andremo a lavorare,
poi tutto a un tratto si fa quello che ci pare:
e a chi ci dice "fai questo e quello",
noi lo cachiamo e lo copriam fino al cervello.
Non son mai stato così giocondo:
viva la merda che ricopre tutto il mondo,
è un mondo libero, un mondo squacquero,
perché spillacquera di qua e di là.
Caccone, merdone, stronzone, puzzone:
la merda che ci scappa si sparga su di te.

Inquinamento

Ho preso un bicchiere di acqua: che schifo!
A momenti prendevo anche il tifo:
era inquinata, tanto inquinata,
non ne bevo più.
DO

FA LA- RE- SOL7
DO
Col latte ho cercato così di curarmi
ed i raggi ho dovuto poi farmi:
tubercolosi intestinale, e il sanatorio fu.
Clisteri con il tè, non dire che fan bene a me:
maroidi non ne ho...
oppure sì? E poi cos'ho?
Io muoio, ahi, ahi, ahi: tifo, tbc e lo scolo
che suor Maria mi ha regalato dandola via.
MI- RE
SI-
DO#- DO# DO#7
FA# SI
SOL#- FA#7
Ma cosa fai? Nel bicchiere hai versato Barbera...
ne ho bevuto tre litri stasera...
mi ha fatto bene, tanto ma tanto,
ne berrò di più.
SI

MI SOL#7- DO#- FA#7
SI
Eppure forse hai ragione... Che strano:
d'improvviso bevendo del vino
m'è passato ogni male malsano,
resta soltanto un pò di cirrosi, però nulla più.
DO


FA LA- ecc.

John Down

John Down giace in un letto d'ospedal vedi "Godi, Godi"
dentro una camicia di forza
John Down giace in un letto d'ospedal
e giammai uscirne potrà!
Certo, i matti hanno ragione! [3 v.]
perché l'handicap non c'è!
John Down giace in un letto d'ospedal
il Valium ebbe il sopravvento
John Down giace in un letto d'ospedal
e fuggir non gli riuscirà!
[Rit]
Questa canzone è interessata
perché noi siamo gli scampati
non vogliam giacere in un letto d'ospedal:
siam la crême della società!
[Rit] ad libitum

Lei

Lavoro 5 giorni se voglio mangiare,
al fine settimana mi voglio divertire:
voglio una storiaccia con una donna vera,
perciò vado a ballare il Sabato sera.
DO SOL FA SOL
DO SOL FA SOL
FA DO SOL LA-
FA DO RE FA DO
So dove trovarle senza andare alla cieca:
mi butto a capofitto nella discoteca;
il posto è bello pieno, la gente bella fresca;
mi basterà soltanto gettare la mia esca.
DO SOL FA SOL
DO SOL FA SOL
FA DO SOL LA-
FA DO RE FA DO SOL
Peccato che la luce sia colorata e strana:
ti fa vedere bella anche la più gran befana...
Ma quella bionda in piedi accanto alla colonna
ha acceso la mia voglia di flirt con una donna:
LA- FA SOL LA-
FA SOL LA-
MI- FA
SOL
la guardo, mi sorride, ha gli occhi incantatori,
e mentre mi avvicino accendo già i motori;
le offro un bicchierino, ci entro in confidenza,
più cresce la mia voglia, più cala la pazienza...
LA- FA SOL LA-
FA SOL LA-
MI- FA
SOL FA
Non voglio perder tempo: la scusa più banale
diventa un buon motivo per uscire dal locale;
i sedili ribaltabili, miei complici in velluto,
son sempre lì fedeli, pronti a darmi aiuto.
Quel corpo tutto sodo, snello e ben curvato,
mi sta portando al limite, mi sta mancando il fiato;
la voglio avere tutta, sentirla tutta mia,
se mi fermassi adesso sarebbe una pazzia.
Allungo la mia mano ancora un po' più giù,
cercando quella cosa che ogni uomo vuol di più,
raggiungo il punto e stringo, in un attimo mi pento,
lei ride ed è beffarda, non mi piace ciò che sento:
maledetta scollatura, mi hai tirato un bel bidone;
sfido io che era soda: era tutto silicone!
Mentre crollano i miei sogni scopro che si chiama Arturo
e come tutti noi maschietti sa pisciare contro il muro...
Ma guarda te che figuraccia: non è neanche carnevale;
scoprire che ho abbordato un ometto transessuale...
la guardo ancora incredulo, e a parte quel difetto
direi che tutto è a posto; anzi, di più: è perfetto!
Potrei pigliarlo a calci da potermi vendicare,
oppure perdonarlo e dirgli di restare:
se a lei qualcosa manca, il resto è in abbondanza,
potrei sempre girarla e coninciare con la danza...
Fa già un'altra impressione guardarla dal didietro
inizio la missione, e si si si appanna pure il vetro;
sarà contro natura, ma quanto non saprei:
so solo che la checca resta sempre
lu, le, lu... LEI!




DO MI- FA SOL DO

Lussuria e vizio

Lussuria e vizio Iddio ci dié;
voglio una vergine tutta per me.
LA- MI
LA- DO MI LA-
In questa valle di cupi tormenti
solo l'amore ci fa contenti.
Lussuria...
In questa valle di poco sorriso
solo chi chiava va in paradiso.
Lussuria...
In questa valle di pianto e lamento
solo il finocchio vive in tormento.

Macchia Nera

Son tutti duca:
Ofelia, Mannaia ed Eremita;
Elmo e Costa
che ga el manto color dela notte pesta,
e Caudillo
ze sta fatto all'ultimo consilio,
e Manetta
ha n bolli al di fuori del Bo.
DO
SOL DO
DO
SOL DO
DO
SOL DO
DO
SOL DO
Ma ze deciso che, lo ga dito el tribun,
che i duchi ga da esser sinque;
no te lo decidi tu,
ma ga dito Nusma: "Orsù:
sarà un duca nominato in primavera!"
FA
DO
FA

SOL
Già che c'era
ha chiamato in Tribunato Macchia Nera,
ze cosa vera;
Macchia Nera,
che 'l capisse 'sta canson in padovan
ma ze un duca furlan.
Già che c'era
ha chiamato in Tribunato Macchia Nera,
ze cosa vera;
Macchia Nera,
che canta 'sta canson in padovan
ma ze un duca furlan.
FA
DO

FA
DO
SOL DO






Vispa Teresa:
se la canti per lui è una sorpresa
ma non si spera
di vederlo in piazza ogni sera;
ma elo ze un duro
col so manto arancio che ze novo,
è sorridente
assolutissimamente no!
Ma ze deciso...

Me lo prendo nel... blues

Non sarebbe male se le parti in corsivo fossero eseguite da una voce femminile. Meglio ancora sarebbe, ovviamente, disporre di un coro di voci femminili; è invece superflua la presenza di un'orchestra d'archi ad accompagnamento.

L'uccellino nel gabbiotto fa cip, fa ciop;
la teiera sul fornello fa fli, fa flo:
è iniziata una giornata con te.
MI

LA MI
Me la dai? no! Me la dai? no!
Me la prendo.
SI LA
MI SI7
La camicia pulita dal cassetto,
la cravatta intonata al calzetto
e la giacca finto doppiopetto.
Me la dai? ...
Mai una volta colazione a letto,
mai una volta il cappuccino col cornetto;
poche volte pure solo letto.
Me la dai? ...
Se me la dai io me la prendo
se me la dai non te la rendo
sul lungomare io te la stendo
MI
LA
SI LA MI
Me la dai? ...

Metanolo blues

Ho comprato un po' di vino,
aveva un certo saporino;
brucia tutta la mia gola,
la risposta è una sola:
FA# SOL
ripetuti
metanolo, metanolo,
metanolo, metanolo blues.
DO SOL
RE REb DO SOL
Sono sceso giù all'istante
ma è sparito l'ambulante:
non è degno di fiducia
e ho lo stomaco che brucia...
Metanolo...
Se campare vuoi cent'anni
senza acciacchi e senza danni
questa è la medicina:
bevi sempre varecchina!
Metanolo...

Minchia spropositata

Vale la pena di sottolineare, a giustificazione dell'altrimenti inspiegabile finale, che questa canzone è stata scritta e arrangiata prima dell'avvento del Viagra.

Voglio una minchia spropositata,
voglio una minchia come quella dei films;
voglio una minchia esagerata,
voglio una minchia come John Holmes;
voglio una minchia che non è mai stanca,
di quelle che non ciccano mai:
voglio una minchia che faccia un sacco di guai.
FA SOL
DO DO7
FA SOL
DO DO7
FA SOL
DO DO7
FA SOL DO MI7
E poi ci accoppieremo come bastards
e poi lo racconteremo al bar;
chi contro un muro, chi con un "diverso":
ognuno col suo sesso ci fa i cazzi suoi...
LA- MI-
FA DO MI7
LA- MI-
FA FA- SOL7
Voglio una minchia pietrificata,
di quelle che ti sbregano i jeans;
voglio una minchia senza ritegno,
voglio una minchia che ti sfonda i collants;
voglio una minchia maleducata,
che quando sputa non si scusa mai:
voglio una minchia, vedrai che minchia vedrai...
E poi la useremo senza pietà
sfondando sfinteri in quantità:
uomini, donne, vecchi e bebè,
noi gli spacchiamo il culo e ne facciamo tre...
Ma ho una minchia debilitata,
che serve solo a fare pipì
ho una minchia inanimata,
che giace immobile dentro gli slip;
è fredda e molle come un lombrico,
e se la cerchi non si fa trovar mai:
chiamala minchia... Ma che coraggio che hai!
E poi ci ingegneremo a farla star su
con seghe, pompini e un dito in cul;
ma nei film porno è tutto diverso,
quando sei un culo perso e ancora non lo sai...

La mona dele galline

Non riporto gli accordi di questo classico tra i classici per due buone ragioni. La prima è che gli accordi della versione originale sono i soliti DO e SOL, con una timida comparsa del FA "per farla ancora più bona"; la seconda è che questo canto si adatta a una marea di canzoni (es. Buonanotte Fiorellino, la Marsigliese, One, Comfortably Numb ecc.) per cui preferisco lasciare al cantore la libertà di scelta.

La mona delle galline la se magna col pan
mentre quela delle bambine la se lecca pian pian:
Un'insalata de peli de mona
contornata de peli de oseo
e par farla ancor più bona
do ciuffetti de peli de cul.

Il Mostro di Scandicci

C'è chi colleziona sassi,
chi farfalle e contrabbassi,
chi ci ha i fossili in bacheca,
chi le rane in biblioteca;
LA- MI
LA-
MI
LA-
io conservo in albarella
solo fette di mammella,
e per vincere la noia
metto fiche in salamoia.
MI
LA-
MI
LA
Perdonatemi se nelle notti di luna
mi ritaglio un toupet da una passera bruna:
lo conservo per me come portafortuna.
Sono questi i miei capricci:
ci ho la fissa dei posticci,
sono il mostro di Scandicci!
LA MI
MI7 LA
LA7 RE
LA
MI
LA-
Nell'armadio delle scale
ci ho le fiche sotto sale;
sulla mensola in cucina
ci ho le tette in formalina
Le clitoridi le metto
tutte insieme in un vasetto,
e le chiappe sott'aceto
in un mobile segreto.
Perdonatemi se nelle notti di luna
mi ritaglio un toupet da una passera bruna.
C'è una taglia su me: è una vera fortuna;
ma se vedo peli ricci
mi ricaccio nei pasticci:
sono il mostro di Scandicci!

Non chiamatemi tossicomane
visto che sono animatore dell'ACR

Vorrei fumare insieme a voi
due etti di maria,
del nero pakistano e poi
un carciofo in compagnia.
rolla insieme a noi
DO
RE RE7
SOL
FA DO

La neve che adoro io
non è sui monti, ma
si trova nella pista che
su per il naso va.
sniffa insieme a noi
Mi faccio otto canei al dì,
due cilum, un narghilè;
non ditemi drogato se
a volte fumo il tè.
fuma insieme a noi
Io offro dosi in quantità,
le dò di qua e di là;
e se con me non vuoi fumar
va in mona de to ma'.
fatti insieme a noi
Dopo 'sto sturo a karkadè
mi vado ad intrippar;
in giro, fatti come me
di certo non ce n'è.

Non è frattaglia

Le parole sottolineate vanno ripetute più volte.
Sei vigliacca:
fai la cacca
dura...
sembra segatura.
DO
SOL
SOL7
FA SOL
Poi ti alzi soddisfatta:
guarda... lì, se ne hai fatta!
Oh, mio dio, che colore...
chiama... un dottore.
Signorina, che è successo?
Ma cosa... c'è
dentro il cesso?
Beh, mi sembra, sior dottore,
un lungo... stronzo,
dal fetore.
Signorina, lei si sbaglia:
quella... lì non è frattaglia.

Non lavarti

In genere si inizia a cantare questo carme animati dalla migliori intenzioni, facendo eseguire a un lui le parti in romano e a una lei le parti in corsivo; tuttavia, in genere già al primo "non lavarti" tutti gli astanti si scatenano in un coro unanime e compiaciuto che sarebbe preferibile introdurre solo all'inizio della terza strofa. Facoltativo (ma a mio avviso sempre di effetto) è tornare alla voce solista per la penultima strofa, per lasciare di nuovo via libera all'entusiasmo del coro nel finale.

Senti questo odore - dimmi che cos'è
Puzzi di sudore - non lo dire a me:
è colpa dell'estate che mi fa sudare...

si, ma sai di gorgonzola, groviera andato a male...
DO MI-
RE- SOL7
DO LA-
RE- SOL
Non lavarti, non lavarti,
dio, tesoro, io ti prego, non lavarti,
lascia che sia io a leccare il tuo putrido lordume,
non lavarti...
DO
LA-
RE-
SOL7
Non lavarti, che ti amo sporca,
con le ascelle gonfie e il sangue nella sorca...
Non lavarti le gengive infette,
non levarti il catrame dalle tette...
DO LA-
RE- SOL7
DO LA-
RE- SOL7
Tu coi punti neri ti ci fai il caffè,
e se son di ieri ci rimedi un tè.
Quando poi scorreggi come un lanciafiamme
sorridi imbarazzata: hai rotto le mutande!
Vomitarti addosso è un gran piacere
dopo aver bevuto tutto un tuo clistere,
non lavarti...

L'omino piccino

C'era un omino piccino piccino,
con una fava da qui a Pechino,
che si inculava qualunque bambino
che incontrava sul suo cammino.
DO
SOL

DO
Aveva un cazzo dipinto sul petto
e una granata infilata nel retto,
qualunque donna trovava sul letto
lui la chiavava tre volte di getto.
E poi saliva sul disco volante
e si sparava una sega gigante
e, manovrando i complessi ingranaggi,
gli rimaneva la fava tra i raggi!
E quando poi non ne poteva più
Andava in culo al bambino...
DO DO7 FA
SOL DO

L'ossesso del sesso

Sono l'ossesso del sesso,
sì, sì, sono proprio un ossesso,
e sogno assai spesso
e sogno assai spesso l'amplesso,
e seduto sul cesso
mi autosoddisfo da me.
DO LA- RE-
SOL DO
LA- RE-
SOL DO
LA- RE-
SOL DO
Mi basta sentir dire coscia, mi faccio una bella ossessione,
un po' rosa un po' rossa, con tanta, con tanta passione,
rotonda e un po' grossa, morbida come piace a me.
Oh sì, sono un ossessone sessuale,
sogno il sesso condito col caviale:
sogno tette e sogno culi enormi e colossali
sol se guardo i cupoloni delle cattedrali.
Se sono con una donna, però,
io cosacce schifosissime non fo:
con Playman, Playboy e King io vivo a sazietà
ma non mi lascio mai scappare un film porno al cinemà, perché...
Sono l'ossesso del sesso...

Padova

Sei stupida come una luna di miele,
come un carabiniere,
come un animale, come un giro di do...
DO FA DO FA
DO
LA- SOL7
Periferica come le luci a san Siro,
come un cantante straniero,
come un sabato sera, domenica in...
Cattolica, tu vuoi bene alla messa
e poi al parroco buono, alla signora di sopra
che parla il dialetto.
FA DO
SOL SOL7
DO DO7
Simpatica, tu sei una signorina
elegante e carina, maledetta puttana,
ma che male ti faccio?
Nelle chiese e nei bar [3 v.]
tu ti vendi ai signori
adorabili, rispettabili, nuovi amori...
FA SOL MI7
LA-
FA DO SOL7
Seguo il passo nei bar [3 v.]
dei clienti più in bilico:
dolce amante, mia cara amica, paga il debito...
Sei buona come un amante fedele,
provinciale e per bene,
amore e catene, politica e sports...
Sei cinica, non te ne frega un gran che
di chi resta e chi parte,
di chi poi se ne pente e ritorna da te...
Sei splendida, sei vietata ai minori;
sei la luce, i colori, i rumori festosi
dei mercati all'aperto.
Sei Padova, una città catastrofica,
una gita turistica, un caffè sulla strada,
cinque minuti e riparto...
Nelle chiese e nei bar...

Prologo

Ballata di poche pretese,
cantata una sera qualunque
davanti a un bicchiere di vino,
davanti a qualcuno che canta con te.
DO FA DO
FA SOL DO
FA SOL DO
FA DO RE SOL
Cantiamo e beviamo cantando,
insieme al fratello ubriaco,
insieme alla vecchia bagascia
che si sente vergine e canta con noi.
DO FA DO
FA SOL DO
FA SOL DO
FA DO SOL DO
E al coro si unisce altra gente,
quel tizio che stava da solo,
pensando a suo figlio che nacque e morì
portando sua madre con sé.
E il vecchio che ha speso nel vino,
i soldi di un pasto mai fatto,
che forse nemmeno domani farà
e beve per non pensarci più su!
E canta anche quel fuorisede
che studia per farsi un domani,
pensando a parenti ed amici laggiù,
convinti che non tornerà.
E canta anche il pregiudicato
che è uscito da una settimana,
e da sette giorni lui cerca lavoro
e lavoro nessuno gli dà.
Che importa se fuori fa freddo
che importa se si e' fatto tardi,
in fondo noi siamo goliardi e perciò
Gaudeamus Igitur iuvenes dum sumus! [bis]
Post iucundam iuventutem, Post molestam senectutem,
Nos habebit humus. [bis]
DO FA DO
FA SOL DO
FA SOL DO FA
DO FA DO FA SOL DO
SIb FA SIb FA
SOL DO

Quartine fisiologiche

Spesso vidi turbinio
e distinsi vento o scora,
che quest'ultima più odora
e la faccio pure io;
spesso odo suo romore
e non so se è vera o falsa,
ma il morale sempre s'alsa
e lontan presto si core.
Spesso furon larghe chiazze
associate a larghe fosse
e puranco a vili mosse
e parevano boazze;
spesso fosse la diarrea,
che nell'ano ben ribolle,
ed è liquida oppur molle
e mai sembra roba bea;
spesso furono crostoni,
e giammai s'impara a scuola
che dipingon le lenzuola
e s'impregnano ai coglioni.
Spesso son cammole al naso,
che le ebbe il papà e l'avo,
che xe dura ma la cavo
e la inghiotto, ma per caso.
Spesso è l'aureo cerume
che vien fuori dalla recia
che l'ha il bimbo e anche la vecia
e che a volte sembra un fiume.
Spesso è pure gran sudore
che è una cosa portentosa,
e non serve alcuna cosa
che diventa tosto odore.
Spesso fu pure il verdone:
esso è fluido ed alla spina,
e par quasi gelatina
ed ognuno a terra il pone.
Per qualcun chiazza è schifezza
perciò in ano se lo pigli:
cazzo in culo non fa figli
nel diman non c'è certezza.

Il Ragazzo della via Crucis

Questa è la storia di uno di noi,
anche lui nato, per caso, a Betlemme
in una stalla fuori città,
gente tranquilla che lavorava.
DO SOL
DO
SOL
DO
Là dov'era la greppia ora c'è un Cristo-Grill...
E quel somaro là, tra il verde, ormai dove sarà?
LA- DO
LA- DO
Questo ragazzo della via Crucis
si divertiva a cenare coi santi.
Un giorno dice "vado in montagna":
e lo diceva mentre piangeva:
"Là troverò la croce che non ho avuto qui...
e sentirò la Maddalena pianger così...".
Passano i giorni, e quaranta son lunghi,
ma quel ragazzo ne ha fatta di strada!
Torna e non trova i ladroni che aveva:
con l'amnistia glie li hanno schiodati!
Là dov'era la greppia ora c'è un Cristo-Grill...
E quel somaro là, tra il verde, ormai dove sarà?

I Rovigotti

Nel continente padano,
(paraponzi, ponzi, Po)
alle falde del delta del Po,
(paraponzi, ponzi, Po)
E ci sta un popolo di stronzi
che son tutti culi rotti:
son chiamati rovigotti, rovigotti, rovigooo...
DO
SOL DO

SOL DO
FA
SOL DO
SOL
Siam rovigotti, siam rovigotti,
portiamo gran sfiga;
siam grindolotti, siam grindolotti,
con noi non ci si intriga.
DO

FA
DO
Noi siamo quelli che al sabato sera
veniamo a Ferrara per farci una vera
noi siam rovigotti.
SOL
SOLb FA
FA DO
Alle mignotte sboriamo negli occhi
ed ai finocchi lo mettiamo negli orecchi,
se non credete venite quaggiù,
venite, venite quaggiu-u-u-u.
FA
DO
RE
RE7 SOL7
In corso Isonzo, in corso Isonzo
passiamo la notte,
per sgabanarci, per sgabanarci,
schifose mignotte.
Noi le carichiamo sulla Prinz verde
noi siamo brutti come le merde
siam rovigotti.
Io per guidare mi metto il cappello,
e son convinto di essere il più bello,
l'anonimato mi fa conservar
quando pelo io vado a comprar...
Le nostre vetture, le nostre vetture,
han mille cazzate
che noi crediamo, che noi crediamo,
sian grosse figate.
E anche se avessi un intero autobus
lo coprirei di arancio peluche
siam rovigotti!
Agli incroci non diam precedenza,
e dei semafori possiamo fare senza
se non credete venite quaggiù,
venite, venite quaggiu-u-u-u.

Salve, Colombo!

Salve, Colombo, ligure ardito
che il novo mondo festi palese:
a questo nostro sacro convito
noi t'invochiamo, gran genovese!
Noi t'invochiam!
Qua semo na famegia
che no ghe giol la testa,
nissun ne rompe i timpani
qua semo sempre in festa,
chi no ghe xe na ciacola,
alegri, materam!
Ghe xe gran bele mas-ce
fra i nostri american!
Ave, color vini clari;
Ave, sapor sine pari:
nos... nos... nos...
nos, vagabunduli, sumus jucunduli,
sumus christiani nati de cani
per omnia popula populorum,
amen, amen!
Pitori, artisti celebri, scultori, leterati,
el vin da lì i se ciucia che 'l par el proprio lati;
chi no ghe xe na ciacola...

Schifosata Goliardica

Anche questa canzone ricade nel novero di quelle per cui sarebbe offensivo scrivere gli accordi: si segua (a parte alcune minime variazioni dipendenti dall'interpretazione del musico) il classico dei classici e gettonatissimo "giro di do" (vedi l'Ossesso del Sesso).

Onzeme el bunigolo con l'olio del tricheco,
magname le caccole dell'intestino cieco;
poi con i resti de un pompin imbottisseme un panin,
magna merda, canta e va in casin:
là troverai tua madre (oh yeah)
che fa la puttana (oh yeah)
e casso in culo, casso in man
se guadagna onestamente el pan.
Strenzeme i cojoni fra i batenti de una porta,
sbarame una sega con la mano de una morta;
poi con i resti di un bidè fatti un caldo consommè:
bevilo per me.
Succhia il buon foruncolo scoppiato al beduino,
bacia l'orinale di una troia da casino;
poi uno sporco, vecchio Hatu inghiottisci e manda giù,
magna merda, canta e vaffancul.
Scivola col culo sulla lama di un rasoio,
affettati i coglioni e poi servili in vassoio;
poi con i resti di un pital incartati in un giornal
fatti un baccanal.

Scoreggiamus

Scoreggiamus igitur, vedi "Gaudeamus"
satii dum sumus!
post magnadam fasolorum
post bevudam cervogiarum
nos domane non magnamus.
Sputtanatos habemus
omnes nostros soldos.
sine soldos no se magna
si non magni no te caghi
et gran poco te scoresi
Si volebimus scorare
aër magnabimus
sed memoria restarat
sed istesso no sarat
et scorare no ne piasarat
Gaudeamus igitur,
satii dum sumus
nos hac sera scoreremus
nos domane cagheremus
post fortuna oreremus:
vivat et fortuna,
se la ne fa scorare:
se la roda girarat
et magnar ben se podrat
scorare ne piasarat.

Se non succhi, non sale

Come emerge chiaramente dal contesto, le parti in corsivo devono essere eseguite da una gentile voce femminile.
Sei distesa sul letto nel tepore di maggio,
sono un toro in amore, voglio darti un assaggio...
Mi ricordo ai bei tempi, stava sempre all'insù,
consumavo in un mese un quintale di Hatu.
(LA-) RE-
SOL DO
LA- LA RE-
MI7 LA-
Mo m'infilo il goldone e ti penetro un po';
io gli esami li ho fatti: l'aidies non ce l'ho...
Però quello che conta e c'è tra il dire ed il fare
è che ti voglio far mia, ma non si riesce a drizzare.
Se non succhi non sale - sei un vecchio maiale
Se non succhi non sale - me ne sbatto le bale
però in quella vagina
l'uccello barzotto non ci può entrare.
RE- SOL
DO LA
RE-
MI7 LA-
Se non succhi non sale - sei un vecchio maiale
Se non succhi non sale - me ne sbatto le bale:
quell'affare molliccio ai gatti in cortile lo puoi buttare!

Metti a posto quel coso, non parliamone più;
vecchio Julio ora hai chiuso: sei finito anche tu!

Con l'orgoglio ferito di chi poi si ribella,
sento a un tratto pulsare la gloriosa cappella...
Se non succhi non sale...

Serenata bastarda

Va, serenata bastarda:
parché go messo un piede
su una merda,
e no ti me ga dito
"Amore, varda..."!
Serenata bastarda,
e nulla più.

Sono tronco

Sono tronco, sono scosso,
quando voglio levarmi dal cesso
qualcuno mi deve aiutar!
Son sull'orlo del collasso
quella pazza non mi fa mai rifiatar!
Nel bel mezzo della notte,
lei ti sveglia con gli occhi da matta,
ti dice "mio unico amor"
Poi ti strizza, ti strapazza,
e una nuova posizione vuole far!
Ieri la matrimoniale, oggi la turca vuole fare,
forse domani vorrà far l'amore col capo all'ingiù!
Poi, quando ti ha violentato, devi riprendere fiato,
ti butta fuori dal letto, e 40 flessioni devi far
Sono rotto, proprio rotto,
quando rido mi duole il filetto,
mi duole da farmi impazzir!
Ma se scappo, lo prometto,
me lo taglio ed al gatto lo darò!
me lo taglio ed al gatto lo darò!

Son tutte vacche

Son tutte vacche, son tutte vacche,
donne oneste non ce n'è.
Son tutte vacche, son tutte vacche,
donne oneste non ce n'è.
DO
SOL

DO
Dall'età di sedici anni
incominciano gli affanni;
alla fica che prurito,
se la gratta con un dito.
Dall'età di diciassette
son formate già le tette
e per farsele notare
se le fa un po' ciucciare.
All'età di anni diciotto
è impiegata in un casotto,
prende cazzi larghi e lunghi
scappellati come funghi.
All'età di diciannove
incomincia a far le prove,
fa le prove col prosciutto
per veder se c'entra tutto.
All'età di anni venti
se lo prende in mezzo ai denti
te lo succhia e te lo lecca
come fosse una bistecca.
All'età di ventitré
cazzi ormai più non ce n'è,
li ha già presi tutti quanti,
sia di dietro che davanti.
All'età di anni cinquanta
incomincia a far la santa,
ed insegna al nipotino
a menarsi il pistolino.

Il tango della zanzara

L'altra notte in braccio a te
ah sì, proprio a te
io bevevo camomilla,
quando esplose la scintilla
che si spense sul bidet.
LA-

RE-
MI
MI7 LA-
Tu facevi manicure
ah sì, proprio tu
con la raspa e lo scalpello,
quando proprio sul più bello
m'assalì la tentazion:
pregustavo già il sapore
uacciuariuariuà
del tuo naso inaridito
uacciuariuariuà
aspettavo sol l'invito
uacciuariuariuà
per placare la passion.
MI

LA-

MI

LA-
Fai scempio di me (ah sì, di me); riducimi in poltiglia,
lecca pur la sopracciglia e poi fuma il narghilé.
Cospargimi di flitt (fsst, fsst): sarò la tua zanzara,
mentre suona la fanfara questo tango di passion.
Martellami la nuca col tacco di una scarpa,
e un dolce suono d'arpa a te mi legherà.
Osvaldo: tre cafè!

Il testamento del goliarda

Per gli accordi rinnoviamo ancora senz'altro il puntuale commento fatto a proposito del "alla Carica".
Un giorno settembrino
di fine settimana
è nato in un casino
un figlio di puttana.
La mamma merdaiola
al povero bambino
per fare una spagnola
il latte cambiò in vino.
L'allattamento alcolico
quale trasformazione
il ciclo metabolico
cambiò in fermentazione.
D'istinto naturale
beone smoderato
goliarda eccezionale
fosti considerato.
Ma un giorno, Dio sagrato,
amara fu la sorte:
tu fosti avvelenato
avvelenato a morte.
Dal tuo bicchier di chianti
con acqua a tradimento!
Prima di andar fra i santi
facesti testamento:
Le mie bestemmie amate
compagne della vita
le voglio tramandate
da un nero gesuita.
Tutte le mie battone
che mi hanno sollazzato
facciano un rampicone
a chi mi ha sotterrato.
Amore mai trovato
in giro per la terra
quello che ti ho narrato
dentro al tuo cuore serra.
Fratelli in Goliardia
dentro un bicchier di vino
vi lascio la pazzia
fateci un gran casino.
Il mio goliardo rosso
che l'è di medicina
lo trombo a più non posso
davanti e a pecorina.
Il mio goliardo nero
resti con me in eterno
lo voglio al cimitero
lo voglio anche all'inferno.
Il mio goliardo rosa
l'ho preso su dal cesso
lo so che fa cagare
ma lo porterò lo stesso.
Il mio goliardo blu
con l'aquila dorata
lo dono alle battone
per farci una chiavata.
Il mio goliardo verde
color dei prati in fiore
anche se pien di merde
non cambia il suo colore.
Il mio goliardo giallo
che l'ho uccellato a Pietro
di economia davanti
e di commercio dietro.

Ti batto ogni mattina

Spesa, so che sei soltanto un'alta spesa,
passeggi al mio fianco e mi chiedi solo assegni.
E mangi, non riesco a capire quanto mangi,
mi chiedi di sposarti e non è facile dire di sì.
Spendi tutti i miei soldi e pretendi di
di potermi fregare così...
Ti batto sai cretina,
mi costi una fortuna,
non puoi non ammettere che
non è stato un bel gioco,
hai speso mica poco,
vai a lavorare per me,
per me!
RE RE6 RE
RE6 SOL DO RE
RE RE6 RE
RE6 SOL DO RE
DO SOL
DO LA
RE

DO SOL
RE

DO SOL
RE RE6 RE
È tardi, per darmi il didietro adesso è tardi,
vorrei riempire il vuoto che hai lasciato in banca da me.
Alzati dalla sedia vai via di qui,
ti deturpo se non fai così!
Sei proprio una cretina, mi costi una fortuna,
non puoi non ammettere che
non è stato un bel gioco, mi sono anche stancato,
ti mando a batter per me.
Stacchi tutti i miei assegni e pretendi di
di potermi fregare così...
Sparisci, dai, cretina, mi fai anche un po' pena,
considerando il fatto che
non è stato un bel gioco, non mi sono divertito,
io ti scaccio e capisci il perché...
perché...

El torero

Nella España c'è un torero
con el cazzo lungo e nero;
le ragazze di Siviglia
fanno a gara a chi lo piglia...
LA-
SOL
FA
MI
E allora prendimelo, sguarattaintingimelo,
scappellaimpugnamelo, fammi un pompin!
LA- SOL
FA MI
La señora Consuelo m'ha donato lo scuelo,
e per cinco pesetas le ho palpato las tetas;
era meglio una siega, fata con mucha passion:
sparambiavo el dinero, non prendevo lo scuelo,
e no gero un coion!
Per un pompino, però, solo per un pompino, però,
solo per un pompino, però, me lo potevi far...
La señora Rodriguez m'ha donato la figuez,
e per poco dinero le ho sfondato il derrero...
l'era meglio una siega...
Per un pompino...
Ahi mama, el torero de Pamplona
me vol palpar la mona, ma mi ghe digo no!
Ahi mama, el torero de Cambrette
me vol tocar le tete, ma mi ghe digo no!
Ahi mama, el torero de Siviglia
te vol ciavar la figlia, ma mi ghe digo no!
E allora prendimelo, sguarattaintingimelo,
scappellaimpugnamelo, fammi un pompin!

Torquemada

E quei pretacci neri m'hanno arrestato
e in una cella scura m'han gettato.
Mamma, non devi piangere
per la mia triste sorte:
piuttosto che abiurare
meglio la morte.
LA MI
RE LA
RE LA
RE LA
RE LA
RE MI
(vocale) LA DO#-
DO- SI- FA#-
LA DO#-
DO- SI- FA#-
SI- FA#-
E al Torquemada che mi domandava
se conoscessi il Cristo Redentore:
"no, io non lo conosco; no, io non so chi sia:
sono un materialista e non una spia".
E quando sopra il rogo fui portato,
già dall'Inquisizione condannato,
non si sentì preghiera, ma il grido di un ribelle:
"io credo solo all'uomo e non alle stelle!"
Non si sentì preghiera, né il pianto di una donna,
ma solo un prolungato "Porca Ma...!!!"

Tum-Za

E il t-taxi ferma sotto luci un po' falsate
e immerso in una trottola di vini di quaggiù
io girovago intorno, e pesto il piede
dentro un turbine di spezie
che non riesce a farmi andare
oltre il limite deciso...
DO- MIb RE SOL7
ecc.




E vai, vai, vai che voli come un missile!
E vai, vai, vai che voli come un missile!
Il liscio del sudato, l'olio sulle dita,
tutto come un tango che non riesco più a ballare,
e gemiti un po' assenti di piaceri comperati
e sguardi idioti e fessi come bubble gum...
E vai...
È un groviglio di membra, risate, soldi in prestito,
che ti tocca la nuca provocandoti un brivido,
le facce della gente, ma solo di qualcuno,
il tuo vibrare indomito nel cuore del mattino,
e noi godiamo strani, con frasi un po' nostalgiche,
con fremiti di un tempo che io non ho vissuto.
E vai...
I cecchini traditori, dai pensieri poco seri
accennano a una danza dai colori sconosciuti;
e il profumo della pelle, che ti inebria da lontano,
ti uccide la ragione se gli vai troppo vicino.
E vai...
I ricordi abbandonati, i sogni nel cassetto,
le cose mai comprate nei luoghi di nessuno,
e tutto gira piano in una realtà lontana,
dio, cantar che schifo per tutta una serata!
E vai...
È tutto in una vodka, una vodka al melone,
pagata agli amici nel solito bar...

Umile, disillusa preghiera

Buongiorno a te, Signore:
vedo un altro giorno grazie a te;
mi dicono sia un segno del tuo grande, grande amore
e per questo ti ringrazio, anche se
RE
SOL LA RE FA#-
MI- LA
SOL LA
il letto sembra vuoto
da quando la mia donna è andata via:
l'amavo, ed ho cercato sempre di esserle devoto
ma hai deciso che non doveva essere mia.
e il lavoro non va bene:
si dice che entro questa settimana
dovrei esser licenziato.
Ma so che c'è del buono in queste pene,
e grazie per avermi sempre amato.
SOL LA RE FA#-
SOL LA7 RE REM7
MI- LA7
SOL LA7 RE FA#7
SOL LA7 RE
E grazie a te, Signore,
del cibo che anche oggi c'è per me;
lo pago lavorando tutti i giorni nove ore,
ma sembre debba dire grazie a te...
E non ti preoccupare
se non so neanche far bollire il riso:
è solo perché prima che imparassi a cucinare
hai voluto portar mamma in paradiso;
e ti prego di scusarmi
se quando lei è morta io, da stolto,
ho provato anche dolore:
l'hai fatto senza dubbio per mostrarmi
che sai essere grande nell'amore.
Lodato sii, Signore:
il sonno sta allungando le sue mani;
ti prego di lasciarmi questa fede e questo cuore
per poterti ringraziare anche domani;
e guardo l'altra piazza,
ed anche questa sera sto a pensare
che neanche oggi mi hai fatto incontrare la ragazza
da cui mi permetterai di farmi amare...
ma un amore che finisce
dà sempre bei ricordi, e una montagna
di lezioni da imparare;
sarà anche vero, oh Dio, ma mi stupisce
un modo così strano di insegnare.
Le poche cose che van bene
non sono mai piovute dal tuo cielo,
ma da averle sudate, da spezzarsi sette schiene,
e spesso ce l'ho fatta per un pelo;
SOL LA RE FA#7
SOL LA RE FA#-
MI- LA
SOL LA
se non mi vuoi aiutare,
se vuoi lasciarmi solo, sfortunato
e bastonato sempre più,
allora su di me non ci contare
perché io su di te non conto più,
perché io su di te non conto più,
perché io su di te non conto più.
SOL LA RE FA#-
SOL LA7 RE REM7
MI- LA7
SOL LA7 RE FA#7
SOL LA7 RE REsd
SOL LA7 SI- FA#-
SOL LA7 RE

Un'altra volta

Dopo un poco che facevo il fesso
le parlai di sesso
ma lei mi rispose: «un'altra volta».
DO SOL
LA- FA
DO SOL FA DO
Quando mi pareva l'ora buona
le palpai la mona
ma lei mi ha fulminato: «un'altra volta».
Un'altra volta! [4 v.]
Io lì a provarci sempre, e lei:
«un'altra volta»!
LA SOL FA DO
DO SOL
FA DO
E le settimane ci passavo
e ancora ci provavo
per sentirmi dire: «un'altra volta».
Quando aveva ormai deciso il giorno
in cui l'avrei sposata
ancora mi diceva: «un'altra volta».
Un'altra volta! [4 v.]
Quanto me lo son menato:
«un'altra volta»!
Pare sia scaramanzia se il giorno
prima delle nozze
ripeté con gli occhi gonfi: «un'altra volta».
Ma la prima notte, ricordando
dieci anni di seghe
venne il mio momento: «un'altra volta»!
[Rit] ad libitum

Universalità

Università degli studi,
libera università dove liberamente
scegli la vita che ti conviene;
università degli studi,
Gesu' Giuseppe e Maria, tutti quanti i santi,
tutti quanti studiano insieme.
LA

MI


LA
E c'è l'omino nero che ti fa paura,
che ti dice «studia che la vita è dura:
è l'unica maniera un poco duratura
per farsi largo»,
e c'è l'omino rosso che ti dice «scusa,
hai mica cento lire per l'Argentina,
hai mica qualche cosa per qualche cosa
che non ricordo»,
RE
LA
MI
LA7
RE
LA
MI
LA7
e poi c'è lei, che più figa di così
non se n'eran mica viste prima qui:
lei studia architettura e parla piano,
quando sorride si spalanca il cielo
però quando passa non t'aspetta,
e quando aspetta non aspetta te:
lei è sempre in ritardo,
chissa che traffico assurdo che c'è.
RE MI
LA LA7
RE MI
LA LA7
RE MI
LA LA7
RE SI- MI
LA FA#- RE MI LA
Università degli studi,
se passo qui davanti ci ripenso e penso,
ci ripenso che non ti conosco.
Università degli studi,
in fondo dopotutto, dopotutto, in fondo,
analizzando, siamo stati bene.
E c'e' l'omino nero...

La valigia del questore

Eccomi qua:
sono venuto a vedere
lo strano effetto che fa
questa vacca sulla mia schiena,
e il gaudeamus che si intonerà
e se per caso ci scappa un bel duca
che sia qualcuno che ancora si ostina
a portar la feluca,
nonostante l'età
e i risultati scarsi all'università
e che non gli è mai venuto un sorriso...
Improvvisamente eccoci qua:
l'abate e il cavaliere
arrivati fin qua,
il tricheco e lo scudiero
e siamo pronti a incazzarci davvero
pur di stare qua;
tribuno, duchi, questore
e vicetribuni, siam qua
e pur di averne l'onore
abbiam lasciato soltanto un momento
le nostre insegne di là,
al gancio del lampadario,
in Tribunato a da Mario,
date a un saiato o al vicario...
Date a un saiato o al vicario.
SI LA MI
FA#
SI LA MI
FA# RE
LA
RE
LA
MI
SI
MI
SI
SOL FA DO
RE
SOL FA
DO RE
SI
SOL FA DO
RE
SOL FA DO
RE
SI
MI-
LA
DO
RE
SOL
Eccoci qua:
l'abbiamo fatto per poco,
e che sia poco si sa;
e un velo pietoso è calato già
su questa goliardia,
che tanto santa mai non sarà
e ci ricorda il sapore di certi vini
di certi bar
in cui oramai non torniamo più
neanche per fare riunione,
nemmeno quando ci sentiamo giù
comunque eccoci, siamo qua:
l'abbiamo fatto per niente,
perché è così che ci va;
e ci incazziamo infinitamente,
c'inalberiamo ripetutamente...
Eccoci qua:
il tribunato giocondo,
finalmente qua;
siamo i più fighi del mondo,
abbiam lasciato soltanto un momento
i nostri amici di là,
sotto quel lampadario,
a far riunione o da Mario,
senza nemmeno un vicario...
Senza nemmeno un vicario.

20 settembre 1958

Nel millenovecentocinquantotto,
il venti di settembre, infausto dì,
entrò una senatrice nel casotto,
disse il suo nome: era la Merlin.
Il cazzo mio indiscreto
solo è rimasto, e triste, ohimè,
e ridotto alla sega in gran segreto
non si rassegna alla fatalità,
cerca la sua bagascia preferita,
la sua puttana che la potta dà.
Addio mio bel lupanare,
ricordo d'anni belli e di splendor!
Vivo col gran desir di vederti riaprir
ed intanto una sega mi fo.
Ricordo ancora l'ultima mezz'ora
il venti di settembre, ultimo dì:
chiavammo senza dire una parola,
ed alla fine solo un gran sospir!
Noi ci guardammo muti
mentre lo sgocciolavo sul bidet:
tutti i sollazzi che avevam goduto
erano sol ricordi e sono sol!
Anni per me crudeli e senza fica,
per lei la casa di rieducazion.
Addio...

Vespertilio Amoroso

Anche se mai ufficialmente riconosciuto, è ormai accettato e anzi quasi apprezzato che nel corso della terza strofa le donzelle leggano e cantino "viva la fava".

Voi quadrati ci avete i coglioni
disse Zeus ai Vespertilioni
e noi gioiosi intoniamo ogni dì
il nostro inno, che suona così:
RE LA
MI7 LA
RE LA
MI MI7 LA
Dove vai, Vespertilio amoroso,
notte e giorno d'intorno volando,
delle vergini il sangue succhiando
della vita gran goditor?
LA MI
LA

MI7 LA
È il Vespertilio un ver Goliarda,
fiero il guardo, la fava gagliarda;
è il Vespertilio un cuor sincero:
"Viva la figa" è il nostro pensiero.
Dove vai, Vespertilio amoroso,
delle botti il vino trincando,
ogni notte pulzelle chiavando
nel sacro nome di San Trimalcion?

VM

Goliardi state in guardia, il VM è già qua,
minaccia erezioni ce l'ha su con noi;
nel sesso è una potenza e questo si sa:
che tira, che tira, che tira.
MI SI
LA SI
MI SI
LA SI MI
La mano del VM è in grado, si sa,
di dare i paglioni a ognuno di noi:
potenza non gli manca, di donne ne ha,
chiaverà, chiaverà, chiaverà...
VM, hai sempre una sottana al tuo servizio,
per lei non è di certo un sacrifizio:
orgasmi, orgasmi, orgasmi lei avrà!
MI SI
DO#- SOL#- DO#-
SI MI
VM, riserva tu fai sempre di goldoni:
li usi contro i perfidi bambini,
che furbo, che furbo, che furbo che tu sei!
Goliardi state in guardia, il tiranno è già qua,
minaccia punizioni, ce l'ha su con noi;
la tragica impotenza è già certa, si sa:
non tira, non tira, non tira.
La mano del VM ottenere non sa
le magiche erezioni di ognuno di noi:
la voglia non gli manca, denaro ne ha,
pagherà, pagherà, pagherà...
VM, pagando una puttana pel servizio
la obblighi a un sì grande sacrifizio:
che palle, che palle, che palle si farà!
VM, comprato hai inutilmente dei goldoni:
ben presto si son fatti palloncini;
bambini, bambini, comunque non ne avrai!

Zum zum zum

Per gli accordi rinnoviamo ancora una volta il commento fatto a proposito del "alla Carica".
Sarà capitato anche a voi
di avere un casino in famiglia:
il padre che chiava la figlia
e il nonno finocchio
che incula il marmocchio:
zum zum zum zum zum,
zum zum zum zum zum...

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