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La Storia di Diamante
e Cirella
Posizione geografica
Posta al centro della Riviera dei Cedri, Diamante
è soprannominata perla del tirreno. La posizione geografica, i suoi
circa otto km. di spiaggia dalle variegate combinazioni di sabbia e di
colore, nonché il mare cristallino ed i fondali sempre diversi ne fanno
una delle mete turistiche della Calabria. Diamante possiede una delle
due uniche isole della Calabria, l'isola di Cirella, un piccolo isolotto
dalla forma suggestiva e dalla flora selvaggia dove i fondali sono
splendidi e regna la Posidonia argentata.
Breve storia
Fonti storiografiche diverse documentano
insediamenti già dai tempi dei Focesi e dei Romani. Le prime notizie
sulla nascita di un vero e proprio nucleo abitato nei luoghi di Diamante
risalgono al 1500, allorquando il Principe Sanseverino ordinò la
costruzione di una postazione difensiva per contrastare le incursioni
saracene. Intorno al torrione dei Sanseverino sorse più tardi una
fortificazione del territorio ad opera del principe di Bisignano Tiberio
Carafa, padrone dei territori di Belvedere Marittimo e di Diamante già
dal 1622. Al termine delle scorribande turche, la popolazione dalle
campagne si spostò verso il mare incrementando i traffici commerciali.
Successivamente benestanti e commercianti napoletani, amalfitani e
salernitani, e nobili famiglie, anche di origine spagnola vi si
stabilirono per la posizione e l’amenità del luogo dando vita al centro
abitato. Presto Diamante divenne un discreto centro per la pesca e
l’agricoltura, grazie alla nutrita flotta e alla produzione del cedro.
Le caratteristiche particolari di questo agrume nella sua varietà
autoctona denominata cedro liscio di Diamante (di grosso taglio e
profumata, destinata in gran parte alla canditura), lo resero unico e
conosciutissimo sul mercato mondiale; grazie alla sua massiccia
esportazione verso Israele e gli Stati Uniti, dove era usato dalle
comunità ebraiche che in occasione della festa dello Sukkot inviavano i
propri Rabbini a selezionarlo, il cedro divenne una voce economica
consistente del bilancio della comunità. È presente, nella parte antica,
la chiesa dell'Immacolata Concezione, costruita ne XVII secolo e
restaurata nel 1787 e nel 1880. La decorazione è recente (1954),
l'interno comprende una navata unica con una pregevole fonte battesimale
e una cappella del Purgatorio.
Cirella
La frazione Cirella, attualmente attrezzato centro
balneare, è ricca di storia e di reperti che testimoniano l’importanza
di questa fiorente città magno greca di nome Cerillae. Insediamenti del
Paleolitico superiore sono presenti nel territorio della frazione presso
la grotta dello scoglio di San Giovanni. Fu una delle prime città della
zona fondata dagli Ausoni e di essa hanno scritto Strabone, Diodoro
Siculo e Silio Italico, che afferma essere stata distrutta da Annibale
per mezzo del suo generale Annone nel 203 a.C., per la fedeltà
dimostrata a Roma. Divenne un centro importante grazie alle esportazioni
commerciali tra Roma e la Magna Grecia. Vi sorsero templi e ville
romane, di epoca imperiale, le cui vestigia sono ancora visibili. La
città fu distrutta e ricostruita numerose volte nel corso dei secoli. La
chiesa parrocchiale si S. Maria de Flores contiene un capitello
medievale di stile corinzio, adibito a portacero pasquale, un busto
legneo della Madonna con Bambino del sec. XIII e opere varie provenienti
da una chiesa di Cirella Vecchia. Verso la costa è visibile l'isolotto
di Cirella con alla sommità rovine di antiche fortificazioni costruite
per prevenire lo sbarco dei mori. Guardando in alto verso l'interno, su
una altura, si scorgono le rovine di Cirella vecchia distrutta dalla
flotta francese nel 1806. Sono interessanti in questo sito, oltre al
bellissimo panorama, le rovine di un castello ed i resti di una chiesa
con campanile romanico e residui di affreschi. Alle pendice del colle
sono state rinvenute varie necropoli oltre al più noto Mausoleo di
Cirella, una tomba monumentale di età romana poi adibita a edificio di
culto cristiano per divenire successivamente deposito di prodotti
agricoli.
Cultura
Diamante è conosciuta anche come la città dei
murales, dai numerosi dipinti che si possono ammirare passeggiando per i
vicoli della cittadina. Sono infatti oltre 150 le opere d'arte dipinte
sui muri del centro storico e della frazione Cirella, realizzate a
partire dal 1981 da pittori ed artisti di fama internazionale. Matilde
Serao e Gabriele d'Annunzio, sono tra i tanti letterati che hanno
rivolto la loro attenzione a quella che hanno definito la perla del
tirreno.
Murales
Poeti, scrittori, giornalisti, storici e
rivoluzionari hanno lasciato la loro firma o un loro verso sui muri
della città. Diamante è il museo all'aperto più grande d'Italia e tra i
più grandi del mondo.
Filosofia
A Diamante si tengono seminari di filosofia
organizzati dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli,
grazie alla collaborazione dello scrittore diamantese Nuccio Ordine,
docente di Letteratura italiana presso l'Università della Calabria e tra
i maggiori studiosi della figura e dell'opera del filosofo Giordano
Bruno.
Cedro
Il cedro è il prodotto tradizionale della riviera
dei cedri di cui Diamante è il principale centro. Il liquore al cedro
viene prodotto localmente in modo artigianale e ottenuto per l'infusione
della corteccia. Vi si produce inoltre il cedro candito, ottenuto da un
complesso procedimento di salamoia. Si possono assaggiare i "panicilli",
acini di uvetta aromatizzata avvolti nelle foglie del cedro, legati con
un giunco e infornati, che anche Gabriele D'annunzio definiva
un'autentica delizia.
Peperoncino
Altro prodotto tipicamente legato alla gastronomia
calabrese è il peperoncino, al quale a Diamante dal 1992 è dedicata una
manifestazione annuale denominata Peperoncino Festival.
Specialità Culinarie
Sono ottime le
specialità locali a base di pesce, come le pitticelle di rosamarina,
deliziose frittelle a base di bianchetto, la rosamarina con il pepe, il
cosiddetto caviale dei poveri, e le alici conservate sotto sale e
peperoncino in recipienti di creta detti cugnitti; questi e ulteriori
esperimenti gastronomia si potranno apprezzare presso i ristoranti
diamantesi.
Come Arrivare
Provenendo da nord percorrere l'autostrada A3
Salerno-Reggio Calabria fino all'uscita di Lagonegro nord; da qui
imboccare la SS 585 che conduce sulla costa tirrenica e che si immette
sulla SS 18 tirrenica verso sud, fino a Diamante. Provenendo da sud o
dall'aeroporto di Lamezia Terme, percorrere la A3 fino all'uscita di
Falerna, quindi imboccare la SS 18 tirrenica verso nord per 90 km circa
fino a Diamante. L'alternativa è la statale 504 che dall'uscita di
Mormanno-Scalea conduce fino alla statale 18. Si allunga non di poco e
soprattutto la strada non è propriamente agevole, ma si possono godere
alcuni degli scorci più belli della valle del Lao. Ci si può arrivare
agevolmente anche in treno, essendovi la omonima stazione ferroviaria
sulla direttrice Napoli-Reggio Calabria.
Festival del Peperoncino
"Festival del peperoncino" o "Peperoncino
Festival", rassegna culturale e gastronomica che ha luogo a Diamante sin
dal 1992. Il festival è stato ideato dal giornalista Enzo Monaco in
occasione del cinquecentenario della scoperta delle Americhe, evento che
ha dato inizio all'importazione in Europa del peperoncino, comunemente
utilizzata nella cucina calabrese.
La manifestazione si svolge solitamente nei primi
giorni di settembre e dura circa una settimana, nella quale si svolgono
le degustazioni della mostra "Mangiare Mediterraneo", i "Laboratori
piccanti", le mostre, il cabaret, la "Rassegna del cinema piccante", la
presentazione di libri, la premiazione della migliore tesi di laurea sul
peperoncino e anche convegni medici. A Diamante ha inoltre sede
l'"Accademia italiana del peperoncino" che conta migliaia di associati
in tutto il mondo.
Film a Diamante
Diamante è spesso scelta come location per films
cinematografici, fiction e programmi televisivi. Tra i lungometraggi
ricordiamo:
* L'abbuffata , recente film del regista Mimmo Calopresti con Gérard
Depardieu, Diego Abatantuono e Nino Frassica
* Ma l'amore si , di Tonino Zangardi e Marco Costa con Anna Maria
Barbera, Elena Bouryka e Gianni Pellegrino
* Per sempre , di Alessandro Di Robilant su soggetto di Maurizio
Costanzo con Giancarlo Giannini e Francesca Neri
Diamante Ciclistica
Diamante, per due volte, è stata scelta come sede
di tappa del Giro d'Italia. Il 20 maggio del 1982 il pluricampione
Francesco Moser si aggiudicava al fotofinish, sul lungomare della
cittadina, la 7.ma tappa dell'edizione n° 65 del giro di 226 km, partita
da Castellammare di Stabia, conquistando la maglia rosa. Più
recentemente, da Diamante è partita, il 10 maggio 2005, la 3.za tappa
dell' 88° edizione del giro, con destinazione Giffoni-Valle Piana, dopo
210 km di gara.
Perla del tirreno
come la definì Matilde Serao...
Un promontorio roccioso, incuneato in un mare aperto e sempre azzurro.
Nel retroterra si estendono colline verdi di vigne, di uliveti, di
agrumi.
Comune in provincia di Cosenza che vive di pesca, di agricoltura, di
commercio e soprattutto di turismo. Con circa 5.000 abitanti, dove nei
mesi estivi supera le 50.000 presenze. Situata sulla costa della riviera
dei cedri è anche conosciuta come la città dei murales, caratterizzata
dai numerosissimi dipinti che si possono ammirare passeggiando per le
strade interne del paese. Lambita dal mare e protetta dalle montagne,
con i suoi otto km di costa, nonché il mare cristallino ne fanno una
delle principali mete turistiche della Calabria. Diamante possiede una
delle due isole della Calabria, l'isola di Cirella, una piccola isola
caratterizzata dalla flora selvaggia, divenuta ultimamente parco marino
della riviera dei cedri
A Diamante ha sede l'Accademia italiana del peperoncino, che organizza
nel mese di Settembre il famosissimo Festival del Peperoncino, con
rassegne di cinema, arte, cultura, satira, musica, folklore e
gastronomia. Ottime le specialità locali a base di pesce, come ad
esempio le pitticelle di rosamarina, deliziose frittelle a base di
bianchetto, la rosamarina con il pepe, e le alici salate nei "ugnitti".
Nei ristoranti locali si possono gustare tutti questi prodotti. Inoltre
con il cedro: gelati, granite e liquore
diamante
Origini
La città di Diamante ha appena quattro secoli di vita. Fu chiamata così
perchè forse le acque del torrente Corvino trasportavano un minerale
luminoso e lucente come le facce di un diamante. Nel suo entroterra si
elevano i ruderi dell'antica Cerillae (Cirella), una colonia sorta a
seguito dell'emigrazione dei Focesi. La città fu distrutta da Annibale,
risorgendo successivamente e diventando fiorente. Si possono ammirare i
resti dell'enodotto che veniva utilizzato per riempire le cisterne dei
Cesari col rinomato vino. Cirella venne poi distrutta ancora nell'850
dai Saraceni. La torre di guardia posta sull'isola fu costruita alla
fine del secolo XVI. Le origini di Diamante risalgono alla prima metà
del 1600 con la costruzione di un "palagio" in località Torrione per
volere del principe Tiberio Carafa da Belveder e successivamente
all'esodo da Buonvicino di famiglie che si rifugiarono dopo le
rivoluzioni popolari della metà del secolo XVII a causa delle pressioni
dei De Paola che signoreggiavano Buonvicino
I numeri di Diamante
* Abitanti : 5091 (fonte istat 2001)
* Nome abitanti : diamantesi o adamantini
* Stato: Italia
* Regione: Calabria
* Provincia: Cosenza
* Coordinate: Latitudine: 39° 41' 0'' N
* Longitudine: 15° 49' 0'' E [1]
* Altitudine: 22 m s.l.m.
* Superficie: 11 km²
* Densità: 462 ab./km²
* Frazioni: Cirella
* Comuni contigui: Belvedere Marittimo, Buonvicino, Grisolia, Maierà
* Cap: 87023
* Pref. tel: 0985
* Codice ISTAT: 078048
* Codice catasto: D289
Diamante Libri
Nelle edicole e librerie di Diamante e Cirella il nuovo libro di
Francesco Cirillo sulla storia di Diamante e Cirella. Il libro edito
dalla casa editrice scaleota Il Diogene diretta da Nando Manco, racconta
con il solito modo semplice e divulgativo, la nascita di Diamante e
Cirella. Un libro ricco di storie , fatti e leggende che Francesco
Cirillo ha raccolto negli ultimi anni spulciando negli archivi storici
della Chiesa Madre di Diamante, in quelli di Cosenza e di Napoli. Molte
le notizie non conosciute e mai scritte che riguardano fatti storici
avvenute nell' 800 e durante il fascismo a Diamante. Nel libro anche una
piccola guida agli itinerari dei paesi dell'interno della costa
tirrenica ed una piccola contro storia della vita di San Francesco di
Paola. Un libro che si legge in un fiato e che arricchisce la conoscenza
del proprio paese. "La memoria storica del proprio paese è molto
importante - ha dichiarato Francesco Cirillo - perché più si conosce il
proprio paese e si conoscono le proprie radici , più si ama il proprio
paese e si rispetta tutto ciò che vi esiste. Proprio la mancata
conoscenza delle proprie radici ha fatto si che negli anni scorsi si
distruggessero importante vestigia storiche , come le mura del Carafa,
la vendita della Torre cinquecentesca detta del Semaforo , le
concessioni edilizie concesse attorno al Mausoleo. Tutte leggerezze
delle passate amministrazioni che hanno deturpato un enorme nostro
patrimonio ". Francesco Cirillo è un noto scrittore e giornalista, di
Diamante, direttore dell'Olmo giornale mensile dell'Amministrazione
comunale , ha scritto diversi altri saggi sulla Calabria, redattore del
settimanale Mezzoeuro, per le sue inchieste scottanti sulle navi
tossiche affondate in Calabria e sulla Jolly Rosso ha ricevuto nel 2005
il premio Luigiano d'Oro. Il libro è stato curato dal direttore della
casa editrice Il Diogene di Scalea, e si presenta in una edizione molto
ricca di foto a colori ed in bianco e nero. la copertina è stata creata
dal giovane grafico Marcello Oliani.
Storia di Diamante
(approfondimento)
Diamante
è situata ai piedi del Monte La Caccia (m.1744), sul quale svetta
maestoso il Massiccio della Montea (m. 1785) e si rispecchia nelle
acque del mar Tirreno. Il paese, a 25 m.
s.l.m., ha il suo centro storico arroccato sugli scogli del << Trijùnu
>> e del <<
Timpùnu >> che vi formano una punta naturale con la forma
caratteristica di un foglia trilobata dal nome greco "Trion",
che vuol dire "foglia di fico". Fu per caso, durante
una tempesta, che i Focesi, abitanti della Lìdia,
una regione sulle
coste dellAsia Minore, eseguendo i loro primi scambi commerciali
per via mare con gli Osci, Lucani ed Etruschi, scoprirono questa insenatura
come una rada sicura per attraccare le loro navi. Terminate le guerre
puniche, il dominio di Roma si consolidò ulteriormente e questa si ritrovò
con unimmensità di provincie da governare. Furono proprio i Romani
portati dai loro viaggi a sostare sempre più di frequente nei pressi della
foce del Torrente che, scambiando scaglie di mica per schegge e pietre
di diamanti, diedero ad esso il nome di << FIUME DEL DIAMANTE
>> come riportavano le carte topografiche fino al XVII° secolo circa. Alcuni marinai si
stabilirono sulla collina di "Malfitano", chiamata così a loro
ricordo e, proprio nei pressi della foce del Torrente, costruirono un
mulino che presto denominarono << u Mulìnu du
Cùrvu >>. La bellezza di questo
paese inizia con la malizia del suo nome: Diamante, il nome di
una pietra preziosa, che dà al centro tirrenico lirresistibile fascino
di un paesaggio naturale che sembra veramente incastonato tra il mare
ed i monti.
Dallepoca dei
Romani il "Fiume del Diamante" estese in breve tempo il nome
al territorio circostante dando origine alla "Terra del Diamante",
toponimo che passò più tardi allagglomerato urbano come riportavano
le carte topografiche dal 1692 in poi. Su questo argomento però non mancano
altre ipotesi.
Verso gli inizi del
1500 sopra gli scogli del Trione sulla << Punta di Diamante >>
il principe di Bisignano Don Girolamo Sanseverino, padrone
del territorio di
Diamante dal 1465, fece costruire un torrione di guardia,
prima difesa contro le incursioni Saracene e piratesche. Ma più che a
Diamante, che ancora non esisteva come paese (però era già famoso per
i capperi e le ginestre che crescevano selvaggemente sul roccione del
Timpone), la torre era utile come avamposto ai territori di Belvedere
e Buonvicino per evitare di essere sorpresi da eventuali attacchi da nord
o dal mare. Intorno al torrione
dei Sanseverino sorse più tardi un vera e propria fortificazione del territorio
ad opera del principe
di Bisignano Don TIBERIO CARAFA, padrone
dei territori di Belvedere M.mo e di Diamante dal 1622. Le prime coltivazioni
del territorio, che poi sarà il centro abitato di Diamante, risalgono
al tempo dei Romani. Passato il pericolo
delle incursioni Saracene, la gente che si era rifugiata nei paesi interni
man mano comincia a spostarsi verso la costa dove avevano lasciato le
varie attività agricole e dove il mare poteva essere non solo occasione
di pesca, e quindi di sostentamento per vivere, ma anche un mezzo per
iniziare unintensa attività di traffici commerciali più immediati.
Il primo nucleo di
abitanti venne incrementato nel 1647 da due famiglie ribelle di Amalfi,
ricercate dal viceré spagnolo di Napoli Don Rodrigo Ponce de Leòn,
duca DArcos, per aver fiancheggiato Masaniello nella
sua rivolta. Lultimo incremento
della popolazione si ha nel 1649 con larrivo di altre due famiglie
provenienti da Maierà, le quali, vessate dalle tasse e dalla prepotenza
della principessa Donna Caterina Manriquez di Marano, patrona
di Maierà e Cirella, di nascosto domandarono al Carafa di metterli sotto
la sua protezione, avendo le loro abitazioni proprio sul confine, con
Diamante, segnato dal Corvino. Nellattuale
zona del Calvario, dove sorge il Palazzo Siniscalchi, di fronte
al Torrione, fu
edificata dal Sanseverino una chiesetta, dotata di cimitero,
dedicata a San Nicola di Bari. Il Carafa, come già
sappiamo, non aveva la sua residenza effettiva a Diamante e, dopo lallontanamento
del Bargello, il piccolo paese si trovò sprovvisto di un suo diretto rappresentante
per poterlo governare, come era in voga in quei tempi di spiccato feudalesimo. La scelta cadde sul
giovane Duca Don Diamante Perrone, vassallo del Carafa.
Sconsacrata la chiesa
di San Nicola, Diamante non aveva un altro luogo di culto adatto dove
poter svolgere le funzioni sacre. Fu allora che il principe Tiberio Carafa,
religioso e molto devoto della Madonna, decise di far costruire, a proprie
spese, donando 37 ducati, una nuova chiesa e dedicarla allImmacolata
Concezione. Il principe Tiberio Carafa, mai venendo meno alla sua magnanimità, fece suo lonore di
donare alla nuova chiesa, da lui voluta, la monumentale statua dellImmacolata
Concezione da collocare sull altare maggiore, commissionandola
ad uno scultore toscano. Il capitano del bastimento,
visto il miracolo, consegnò alle autorità del tempo e al popolo la statua,
e virando il timone, il bastimento scomparve verso ponente, là da dove
era venuto.
Verso linizio
del 1800, il centro abitato di Diamante singrandì estendendosi fino
allattuale contrada dell<< Aquàra >>, sul
cui lato a mare esisteva una vasta area incolta, usata come piazza, dove fece
edificare una cappella dedicata al Martire di Sebaste che
nello spazio di alcuni anni divenne una graziosa chiesetta. Non si conosce lanno
di costruzione della chiesetta di S. Giuseppe, ma si sa che sorse
come cappella di famiglia, situata nel centro storico. La chiesa
contrariamente a quanto oggi si cede non fu costruita per il culto
dell'immacolata ma per quella dell'addolorata. La statua lignea fu
donata alla costruenda Chiesa in omaggio proprio a tutte le sofferenze
che fino al 1736 il popolo di Diamante prima per una terribile epidemia
poi per il terremoto soffrì. La leggenda più che la storia vuole che il
culto dell'immacolata subenti dopo che un bastimento che trasportava
l'attuale statua della madonna in Sicilia, si blocco misteriosamente
proprio davanti il paese. E il bastimento riuscì a partire solo dopo che
si decise di portare la statua lignea nella chiesa per evitare che si
compromettesse la bellezza della statua. La Leggenda dice che uando la statua entrò nella Chiesa questa aveva
le braccia incrociate sul petto e che la mattina il parroco la trovò
cun un braccio sollevato verso il cielo con tre dita aperte, segno evidente
di protezione dalle terribili piaghe che già Diamante come tutta
la Calabria aveva sofferto: fame guerra terremoto.
Dopo questo miracolo la popolazione in festa impedì che la statua
potesse ritornare sul bastimento.
Dagli inizi del XVII°
secolo fino a circa la fine del XVIII°, oltre che nel 1500 sotto i Sanseverino,
Diamante esportava in quasi tutta Italia ed in alcuni paesi europei lo
zucchero prodotto nelle piantagioni del principe Tiberio prima, e di Francesco
M. Carafa dopo. Nella contrada "Pirrùpu"
esisteva una fabbrica di tessuti chiamata << a Filànna >>. Loccasione della
fiera diede al paese lopportunità di essere conosciuto e dintrecciare
rapporti commerciali con i paesi limitrofi.
Nella piccola comunità
di Diamante, verso la metà del XIX° secolo, la vita trascorreva
all’insegna del lavoro e della ritrovata tranquillità. Ma una notte
d’inverno essa fu turbata da un fatto raccapricciante…….. per questo fu
costruito un arco per installarvi al suo interno un portone di ferro
<< a Porta da Terra >>.
Nei moti diamantesi,
come ho accennato prima, un contributo importante lo diede il capitano
dei garibaldini Don Arcangelo Caselli.
Cirella dal 1811 era
una borgata di Maierà e sotto richiesta del sindaco di Diamante, il Cav.
Arcangelo Caselli,fu indetto un referendum, per decidere di staccare la
borgata dal comune di Maierà ed aggregarla a quello di Diamante.
Alla fine del XIX°
secolo, altri due avvenimenti contribuirono allo sviluppo di Diamante:
Il 2 maggio 1877 : Lultimo avvenimento
del secolo fu la costruzione del tronco ferroviario NapoliReggio
C.
Sul finire del XIX°
secolo Diamante, come il resto della Calabria, fu investita da unondata
di emigrazioni.
Il 1900, ereditò dal
vecchio secolo appena trascorso, lemigrazione e, di conseguenza,
un modesto tenore di vita.
Di li a poco i guai
per Diamante sarebbero finiti: finalmente si stanziarono i fondi per la
costruzione del Ponte Corvino.
Negli anni trenta,
la vita a Diamante trascorse normalmente
Poche famiglie di
nomadi, provenienti dalla Jugoslavia, attraverso la Puglia e la Basilicata
nonché dallinterno della Calabria stessa, verso la fine degli anni
cinquanta, si stabilirono a Diamante.
Con larrivo
dei primi turisti a Diamante, i bar che si trovavano sul C/so Vitt. Emanuele,
si organizzarono alla meglio, mettendo i primi tavoli sui marciapiedi
antistante i locali stessi, per la degustazione di gelati e della granita
di cedro, di produzione propria ammirando la scogliera, sulla quale, nacque
la prima balera denominata << a Pista >>.
Fino agli inizi degli
anni settanta, in Piazza XI Febbraio si teneva, il 4 Novembre di ogni
anno, la commemorazione dei Caduti del primo conflitto mondiale organizzata
da Don Giovanni Cosenza Cavaliere di Vittorio Veneto.
Cirella, attualmente
frazione di Diamante distante 3 Km. dal suo centro urbano con circa 1500
abitanti, vanta anchessa origini remote. Nel XVI° secolo, i
viceré di Napoli, temendo incursioni piratesche lungo le coste del Tirreno,
ordinarono la costruzione di torri di difesa.C ome uniche testimonianze
della distrutta chiesa romanica di San Nicola Magno, rimasero
il busto ligneo del 1500 della Madonna dei Fiori. Nel XVIII° secolo
Cirella, come Diamante, aveva intrapreso rapporti commerciali con i francesi
dove con lascesa al potere di Napoleone Bonaparte, molte cose cambiarono.
Sul trono di Napoli non sedevano più i Borboni, poiché Ferdinando IV fu
spodestato .
Il popolo diamantese
è molto religioso e questa religiosità non è tendente allesibizionismo,
ma è vissuta con tradizionalità, pur essendo stata adattata alle nuove
norme della liturgia postconciliare.
Così a Diamante, oltre
alle due feste patronali dellImmacolata, si celebrano altre feste
nel corso dellanno.
Nelle sere di Quaresima
fino al Sabato Santo riecheggiano nellaria i canti della "Passione
di Gesù" ed il "Pianto di Maria"
che le << chiùrme >> di pescatori e di giovani eseguono
manoscritti.
La gastronomia, in
un certo modo, ha delle attinenze con le feste paesane, avendo anche i
riferimenti principali col Natale e con la Pasqua.
I diamantesi conservano
ancora, nel loro patrimonio genetico, lo spirito di libertà di quei loro
antenati, che si rifugiarono in questi luoghi per sfuggire alle
vessazioni di duchi, baroni e feudatari.
Storia di Cirella (approfondimento)
Frammenti di storia:
Il territorio di Cirella e'stato abitato dall'uomo sin dal paleolitico
superiore, come si evince dal materiale litico ed osseo trovato durante
gli scavi del 1934 nella grotta dello scoglio di san Giovanni.
Cirella si ingrandì con l'arrivo dei romani. Uno storico dell'800 scriveva:
"nei territori di Cirella furono trovate monete consolari, imperiali
e meta pontine.
Fuori della città si ammirano le vestigia di tre templi del paganesimo
e intorno a queste reliquie si trovano innumerevoli tombe, coperte da
mattoni nelle quali si conservano lucerne, monete e l'istrumento del proprio
lavoro". Oggi restano a testimonianza di questo lavoro:
Il pantheon, cocci e pezzi di mosaico che a volte emergono dal suolo soprattutto
a ridosso del "fortino" e sulla "punta", alcune colonne
e il capitello corinzio situati nella chiesa, due tronchi di colonna in
piazza santa Maria dei fiori, un tronco di colonna di fattura più elegante
nel palazzo ducale.
Cosa c'è
da vedere a Cirella:
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Parrocchia e piazza
santa Maria dei fiori;
-
Punta di
Cirella
che si raggiunge con una strada panoramica;
-
Ogni tratto di
scogliera;
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Il palazzo ducale;
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L'interno del paese
vista la presenza di murales che rendono più allegra la piccola
Cirella.
Cosa c'è
da vedere a Cirella vecchia:
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I ruderi di
Cirella;
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La chiesa madre
di san Nicola magno, all'interno delle mura di Cirella medievale;
-
Il convento di
san Francesco, costruito nel 1545, e la chiesa annessa al convento dedicata
alla madonna delle grazie nel 1558;
-
Il teatro di recente
costruzione.
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